I migliori nuovi personaggi tv del 2022
Benché il 2022 televisivo sia iniziato un po’ sottotono, con il procedere dei mesi si è animato di serie tv, episodi e personaggi parecchio interessanti, e stilare una lista dei migliori si è fatto un po’ più complicato. La categoria dei personaggi, in particolare, è stata quella più competitiva. Se lo scorso anno aveva visto spiccare perlopiù personaggi in crisi esistenziale, quelli di quest’anno hanno storie più varie e singolari: c’è una ricchissima turista che ha incuriosito per ambiguità, un impiegato molto tenero, una coppia di assassini che non ci si aspetta, un clan di sorelle agguerritissime, e il rumoroso tuttofare di un locale che vende panini. E mentre alcuni sono riusciti farsi notare in mezzo a cast molto talentosi, altri sono stati l’unica ragione per cui continuare a seguire certe serie.
5 bei personaggi arrivati in tv nel 2022
Daphne Sullivan
(Meghann Fahy)
The White Lotus
In quell’acceleratore di nevrosi che sono i resort di lusso del White Lotus, ci sono turisti viziatissimi in crisi spirituale, sessuale, coniugale, e poi c’è Daphne: bionda, mantenuta, maestra di vita nel farsi scivolare sulle onde perfettamente acconciate i tormenti del mondo, compresi i propri. Una sceneggiatura comune l’avrebbe maneggiata con vezzi caricaturali, quella di Mike White l’ha illuminata di un’ambiguità che ci sia aspetta prima o poi si frantumi, e invece è fascinosamente inscalfibile. Così, mentre attorno a lei tensioni e gelosie crescono, cadaveri galleggiano e il marito finanziere non perde occasione per sfilarsi le mutande, Daphne assorbe alcol e raggi solari, abbina caftani ai paesaggi siciliani, tenta di ricordarsi l’ultima volta che ha votato, esibisce le foto di figli che hanno gli stessi occhi del suo personal trainer. La sua insofferenza trapela solo dagli impercettibili movimenti delle lentiggini che il volto Meghann Fahy le ha prestato. Se la serie dovesse farci il favore di preservare un personaggio per la prossima stagione, meriterebbe di essere lei.
Irving Bailiff
(John Turturro)
Severance
Se sei un impiegato che s’è fatto separare chirurgicamente le memorie della vita privata da quelle della vita lavorativa, è molto difficile che le tue giornate in ufficio possano appassionare. Specie se l’azienda per cui lavori, un’asettica multinazionale dagli scopi oscuri, ti tiene seduto davanti a un computer a infilare numerini in scatole virtuali. E invece Irving proprio lì dentro ritrova la vita: un salto nel reparto sbagliato, l’incontro con un signore incamiciato, l’invaghimento istantaneo che mette in moto curiosità e ribellione. I suoi abbandoni di postazione furtivi, le fughe risolute per i corridoi labirintici, la timidezza, la delusione, il manifestarsi nero e denso della sua inconscia solitudine emanano una tenerezza che solo John Turturro e pochi altri possono alimentare. Da lui Severance trae l’unico filo di emozione, a lui ci si aggrappa per arrivare svegli all’ultimo episodio, ed è per lui che si attende il ritorno della seconda stagione.
Susan e Christopher Edwards
(Olivia Colman e David Thewlis)
Landscapers
Lei è un’adulta dall’ingenuità infantile, la cui sciatteria ne appesantisce la mezza età. Lui è uno spilungone grigio e mite, senza identità sociale né aspirazioni. Lei ha imparato a sviare dagli abusi famigliari rifugiandosi in mondo fatto di immagini animate e cimeli costosi (ma di dubbia autenticità) di film hollywoodiani. Lui s’è infilato nelle fantasie di lei per sfuggire all’inettitudine, assumendo orgoglioso i tratti protettivi degli eroi di quei film hollywoodiani. Entrambi sono diventati, l’uno dell’altra, coniugi, salvatori, compagni d’omicidio e poi di una maldestra latitanza ignorata per quindici anni da una polizia ancor più maldestra. Per gli spettatori, invece, sono i criminali da true crime che t’aspetti. Il modo in cui la loro vita prende forma nella loro testa è un capolavoro di messiscena che cambia genere cinematografico a seconda delle emozioni. E serve così tanto a tenerli insieme, a dare un senso al loro esistere, che riportarli alla realtà dispiace.
Le sorelle Garvey
(Sharon Horgan, Anne-Marie Duff, Eva Birthistle, Sarah Greene, Eve Hewson)
Bad Sisters
Di questo 2022 in dirittura d’arrivo, le sorelle Garvey sono state la rivelazione. Un quintetto irlandese di donne che sono la sintesi di tutti i personaggi femminili altamente incasinati che negli ultimi anni si sono visti in televisione. C’è la cinquantenne con una carriera ammirevole e una vita sentimentale fallimentare, c’è la madre di molti figli che cerca evasione in una relazione clandestina, c’è la dura di modi che protegge con causticità le insicurezze interiori, c’è la millennial sbandata, e c’è una moglie psicologicamente abusata. Per far fuori il marito di quest’ultima, le altre quattro confabulano, pianificano, armeggiano con veleni, archi, celle frigorifere e spray nasali, tentano e falliscono, s’arrabbiano e ritentano. Con un’intesa e un senso di protezione così spontanei da trasmettere un autentico calore famigliare.
Richie Jerimovich
(Ebon Moss-Bachrach)
The Bear
Certo, nel tratteggiare ansie e dolori di Carmy Berzatto, chef stellato dedito a risollevare l’indisciplinato locale del fratello morto suicida, Jeremy Allen White ha fatto un lavoro di maniacale precisione. Accanto a lui, però, Ebon Moss-Bachrach ha costruito un personaggio dall’umorismo e dalla disperazione più che raffinati. Il rumoroso Richie, che si fa chiamare «cugino» e si muove con una gestualistà scomposta tipicamente italoamericana, fa tutto ed è dappertutto, ma non appartiene a niente: nessun grado di parentela, nessun gene italo, nessuna competenza culinaria. Vederlo opporsi con unghie sudicie e tracotanza a ogni tentativo di cambiamento dovrebbe altamente irritare. Ma nel suo aggrapparsi alle vecchie tradizioni, anche a costo di prendere coltellate nel sedere, c’è una paura viscerale che la morte porti via il passato.
I personaggi tv del 2022 che meritano una menzione speciale
Marc Spector/Steven Grant (Oscar Isaac)
Moon Knight
Uno è un mercenario senza paura, l’altro un timido commesso in museo egizio. Insieme compongono il primo supereroe con un disturbo dissociativo dell’identità. Il loro incontrarsi, scambiarsi, insultarsi, completarsi è uno spettacolo inebriante.
Giorgio (Lorenzo Renzi)
Tutto chiede salvezza
Da lui, paziente psichiatrico grande e dall’aspetto bruto, ci aspetta di doversi proteggere. E invece, a scoprire che sia lui ad aver bisogno di protezione (manina per dormire compresa), ci si sente in colpa per averlo anche solo pensato.
John Paul Williams (Claes Bang)
Bad Sisters
Con un ghigno perenne e calma passivo-aggressiva invischia, maltratta, molesta, mutila. Ci vuole mestiere per non suscitare nel pubblico il minimo moto di empatia. Sarà anche il fascino azzerato da dosi abbbondanti di sfigataggine e tic nasali.
Arondir (Ismael Cruz Córdova)
Gli Anelli del Potere
Chi riteneva folle la presenza di un elfo nero in un adattamento di Tolkien si sbagliava di grosso: senza questo personaggio pensieroso e supereroico, si avrebbero avuto ancor meno motivi per preoseguire.
Mano (Victor Dorobantu)
Mercoledì
Provateci voi, a far passare l’essenza di un personaggio solo per le dita di una mano dotata di vita propria.
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