10 serie tv corte e rilassanti
È ormai tradizione tellysta – quando arriva il weekend dell’ora legale e si spostano avanti le lancette per far spazio a giornate più lunghe – consigliare un po’ si serie tv corte, da scegliere in base livello di sonno e di malumore. Quest’anno però l’ora legale piomba in pieno periodo di reclusione da coronavirus. E siccome c’è bisogno di tirarsi su di morale, o quantomeno di rilassarsi, stavolta è meglio concentrarsi su titoli che fanno della semplicità il loro punto di forza, siano storie romantiche, commedie oppure classici thriller. Una specie di comfort binge watching, insomma, perfetto per una veloce maratona notturna, in barba a quell’ora in meno a disposizione.
Prima di iniziare! In questo periodo alcuni servizi streaming hanno offerto la possibilità di accedere gratuitamente o senza registrazione ai propri contenuti. Altri invece sono fruibili altrettanto gratis grazie ai periodi di prova senza impegno che vanno da una settimana fino a un mese. Per tutte le informazioni basta dare un’occhiata a questo post.

10 serie tv corte e rilassanti
#1 Modern Love
Un cast di lusso, colori caldi e lieti fine assicurati fanno una delle serie tv più confortevoli che siano state prodotte nell’ultimo decennio almeno. Otto mini-commedie romantiche che raccontano otto storie diverse e altrettante diverse forme d’amore. Il sapore è molto, molto zuccheroso, ma la vera forza degli episodi è il fatto che le loro storie siano vere: i rispettivi protagonisti le hanno scritte – assai bene – e poi inviate alla rubrica “Modern Love” del New York Times. A vederli affrontare vicende sentimentali incredibili mentre ogni tassello si mette al suo posto ci si infatua di nuovo di un genere un po’ snobbato dal cinismo molto di moda negli ultimi tempi. E ci si rinfranca con un ottimismo di cui fare scorta per questo periodo.
Dove la guardo? Su Amazon Prime Video (qui il trailer)
In quanto tempo? In circa 4 ore totali (8 episodi da 30 minuti)

#2 I Topi
Per la giusta legge per cui a guardare chi sta peggio il morale si rasserena, potrebbe tornare utile seguire le giornate di Sebastiano, che recluso lo è da tempo, ma per latitanza. Il personaggio che Antonio Albanese interpreta nella comedy da lui scritta e diretta è infatti un boss mafioso che tutti credono morto e perciò non può uscire dal suo villino, se non travestito da donna. Solo che Sebastiano è inetto e retrogrado – le sue battute sembrano una raccolta di quegli ignorantismi di cui è pieno Twitter – al punto da diventare lo zimbello di chi vive con lui. Le sue escandescenze e il nascondersi frettoloso a ogni trillo di citofono movimentano gli ambienti claustrofobici degli episodi.
Dove la guardo? Su RaiPlay
In quanto tempo? In circa 3 ore totali (6 episodi da 30 minuti)

#3 Little America
Qui vale un po’ lo stesso principio di Modern Love: storie incredibili ma vere dal lieto fine certo trasformano una serie tv potenzialmente stucchevole in un diversivo confortevole. La differenza però è che al centro di ciascun racconto non ci sia tanto l’amore nelle sue diverse sfumature, quanto i tanti sentimenti contrastanti che si provano a essere immigrati in terra statunitense. Nessuno viene santificato o demonizzato: sia chi accoglie sia chi viene accolto deve imparare a smontare mattone per mattone i muri di diffidenza costruiti attorno a sé. Qualche lacrima, si avvisa, c’è il rischio che scappi.
Dove la guardo? Su Apple TV+ (qui il trailer)
In quanto tempo? In circa 4 ore totali (8 episodi da 30 minuti)

#4 Scatola nera
Un capocomico quasi fallito decide di darsi un’ultima possibilità, tirare fuori dal cassetto una pièce scritta molti anni prima e raffazzonare una compagnia teatrale riunendo vecchi colleghi e giovani inesperti, tutti altrettanto falliti. Ognuno però ha i propri segreti e le proprie nevrosi, e nella convivenza forzata in un casale ci scappa il (quasi?) morto. Le puntate sciolgono il mistero avanzando su due livelli: quello della preparazione dello spettacolo e quello della sua intera messa in scena sul palco. Originale, ben scritta, discretamente recitata, questa “crime-comedy” – la prima serie italiana acquisita in esclusiva da Prime Video – è l’esempio di quel che si vorrebbe veder produrre più spesso in Italia. Ma tant’è, quasi non si sa nemmeno che esista.
Dove la guardo? Su Amazon Prime Video (qui il trailer)
In quanto tempo? In 4 ore totali (8 episodi da 30 minuti)

#5 Mozart in the Jungle
Avviso: questa è una maratona con più stagioni, seppur corte, che però insieme compongono una delle serie tv più efficaci contro il malumore. Una sinfonia più comica che tragica, per restare in tema, sulle vicende dell’Orchestra Filarmonica di New York già raccontate nel libro Mozart in the Jungle: Sex, Drugs, and Classical Music. Il punto di vista è quello di una giovane oboista brava e piuttosto maldestra, che muove i primi passi nel mondo della musica classica, qui popolato da strambi, a partire dal direttore d’orchestra Rodrigo, un genio un po’ folle che parla con Mozart. Si tratta di una delle prime produzioni originali di Prime Video, rimasta di nicchia nonostante premi e apprezzamenti della critica. È leggera, ingenua, fresca e nel frattempo fa girare il mondo di concerto in concerto. Se possibile guardatela in lingua originale, perché Gael García Bernal vale da solo la visione.
Dove la guardo? Su Amazon Prime Video (qui il trailer)
In quanto tempo? In poco più di 18 ore e mezza totali (4 stagioni, 40 episodi da circa 30 minuti)

#6 Ramy
Il decennio scorso di tv è stato dominato da brillanti creatrici di serie semi-autobiografiche, corte e molto sfacciate. Poi tra loro si è infilato anche Ramy Youssef, un comico di famiglia egiziana nato e creciuto in america, che alle crisi esistenziali comuni ai millennial ha dato una deriva religiosa. Ramy pensa infatti di poter risolvere la sua confusione di vita diventando un musulmano modello; ma ci sono un bel po’ di contraddizioni con cui fare i conti. Spassoso è vederlo scoprire una situazione assurda dopo l’altra che non tutti i musulmani sono così integralisti come pensava. E soprattutto non rientrano proprio nell’archetipo islamico che si vede nelle altre serie tv.
Dove la guardo? Su Starzplay (qui il trailer)
In quanto tempo? In circa 4 ore e mezza totali (10 episodi da 22-30 minuti)

#7 A Discovery of Witches
Qui si riuniscano gli amanti di streghe, vampiri e sortilegi vari, benché sia molto probabile che da questo fantasy romantico britannico si lascino prendere anche gli scettici. La storia – basata sul primo romanzo della Trilogia delle anime scritta da Deborah Harkness – è quella di una giovane strega che fa la ricercatrice universitaria e deve proteggere un antico manoscritto, facendosi aiutare da un vampiro che insegna a Oxford. Naturalmente, ne sboccia un sentimento ostacolato dalle rispettive specie di appartenenza, che non si amano poi tanto. Scegliete voi se farvene sedurre per la trama shakespeariana o per le pornoimmagini di antiche librerie, canali veneziani e castelli finto-francesi. Oppure – opzione più quotata – per Matthew Goode che come suo solito cosparge di fascino tutto, interpreti un sasso o un vampiro ultracentenario.
Dove la guardo? Su SkyGo (qui il trailer)
In quanto tempo? In poco più di 6 ore totali (8 episodi da 44-48 minuti)

#8 The Cry
Quando si dice serie tv corte e possibilmente confortevoli non si può non nominare almeno un titolo di BBC, cornucopia di storie intense che si esauriscono in una piccola manciata di episodi. Questo è uno dei suoi classici mistery ed è tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice australiana Helen FitzGerald. Il mistero da dipanare si estende tra la Scozia e l’Australia, e riguarda due neogenitori alle prese con la scomparsa del figlio. Il focus, molto intrigante, è quasi tutto sulla morbosità mediatica che ne distrugge la relazione. Solo, si fa un po’ meno confortevole quando il parallelismo con la scomparsa di Maddie McCann sorge spontaneo.
Dove la guardo? Su TIMvision (qui il trailer)
In quanto tempo? In quasi 4 ore totali (4 episodi da 1 ora circa)

#9 La verità sul caso Harry Quebert
Poco meno di 800 pagine era lunga la trama dell’omonimo thriller di Joël Dicker, che nel 2012 fu un grandissimo successo letterario. Una decina di episodi dura invece la miniserie che ne è stata tratta l’anno scorso e che è riuscita a riportare ordine in una sequela di eventi talmente prolissa da sgonfiare la suspense. La versione televisiva ristabilisce la curiosità di scoprire se Harry Quebert (un ottimo Patrick Dempsey), famoso scrittore newyorkese approdato in una minuscola cittadina del Maine, abbia davvero ucciso la quindicenne Nora, di lui innamorata. Scelta consigliata per gli amanti del giallo classico, leggero ma non banale, da guardare spaparanzati sul divano senza dover scervellarsi troppo.
Dove la guardo? Su SkyGo, Now TV, Infinity e Chili (qui il trailer)
In quanto tempo? In circa 8 ore totali (10 episodi da 43-51 minuti)

#10 Safe
L’ultima possibile alternativa tra le serie tv corte è un piccolo thriller britannico – ma creato per la tv francese – prodotto e interpretato dal Michael C. Hall, che per l’occasione sfodera un impegnato accento inglese. L’ex protagonista della serie crime Dexter qui non uccide serial killer, ma si limita a interpretare un chirurgo da poco vedovo che cerca di capire dove sia finita la figlia adolescente, la quale sembra svanita nel nulla. Il mistero coinvolge abbastanza, è veloce e soprattutto è un’altra alternativa poco impegnativa per coloro che per passatempo amano risolvere gialli dal divano.
Dove la guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo? In circa 6 ore totali (8 episodi da 41-48 minuti)
Sfondo copertina: Olga_spb