Dove eravamo rimasti con ‘Suburra’
Venerdì 30 ottobre su Netflix uscirà la terza stagione di Suburra, che si dà il caso sia anche l’ultima della serie. Le aspettative sono piuttosto alte – molto più rispetto alle volte precedenti – soprattutto per due motivi. Il primo è che dai nuovi episodi si avrà la conferma o meno del fatto che Suburra sia finora la produzione di Netflix Italia meglio riuscita. (Dal trailer sembra di sì, ma dei trailer non c’è da fidarsi molto.) Il secondo è che la stagione in arrivo avrà forse il compito di collegare gli eventi della serie a quelli del film di Stefano Sollima, di cui è considerata il prequel.
La serie di Suburra, infatti, è ambientata alcuni anni prima del film da cui è tratta e con il quale condivide anche molti personaggi. Non è mai stato chiaro però se la sua intenzione fosse raccontare una storia a sé stante oppure farla confluire nella trama del film. In quest’ultimo caso, la nuova stagione dovrebbe spiegare soprattutto come si arrivi alla rottura del rapporto tra i due protagonisti, il boss di Ostia Aureliano (Alessandro Borghi) e il capo degli zingari Spadino (Giacomo Ferrara): mentre la serie ruota attorno alla loro amicizia simbiotica, nel film non c’è molto feeling tra i due, anzi.
Qualsiasi piega prenderà la trama, comunque, conviene arrivare al 30 ottobre preparati. C’è da ripassare tutto il magma di alleanze, sotterfugi, tradimenti, inciuci che ribolle nella lotta per il dominio di Roma. Se invece Suburra non l’avete proprio mai vista, non vi preoccupate: potete ripartire dalla prima stagione seguendo questa guida. Senza tardare di un giorno.
Cos’è successo finora, in breve
Tante cose e tutte piuttosto intricate. La prima e la seconda stagione di Suburra sono ambientate nel 2008 – cioè tre anni prima degli eventi del film – a tre mesi di distanza l’una dall’altra. La prima si è concentrata sui 21 giorni che rimangono a diverse fazioni criminali per contendersi alcuni appalti sul lungomare di Ostia; la seconda sui 15 giorni che precedono le elezioni comunali di Roma. In questo arco di tempo, Suburra ha intessuto una ragnatela di affari loschi in cui ogni personaggio è rimasto invischiato, compiendo un cammino quasi impossibile da redimere.
Samurai (Francesco Acquaroli), il boss defilato, si è affannato abbastanza per tenere in scacco tutti i gruppi criminali della città. Sara (Claudia Gerini), funzionaria in Vaticano, si è reinventata nel business dell’accoglienza dei migranti. Amedeo (Filippo Nigro) ha abbandondato completamente l’idea di restare un politico integerrimo. Ma soprattutto, il legame interdipendente tra il boss di Ostia Aureliano (Alessandro Borghi), il sinto Spadino (Giacomo Ferrara) e il poliziotto Lele (Eduardo Valdarnini) si è evoluto e rafforzato. In 18 episodi ci sono stati patti fraterni e subito dopo tradimenti, agguati, esecuzioni di padri, amori non corrisposti, pianti, canti e suicidi. Niente, però, è mai riuscito a rompere davvero il rapporto dei tre protagonisti. Perché a unirli è un forte desiderio di evadere dalle proprie realtà, ancor prima della smania di potere.
Come sarà la terza stagione?
Breve, innanzitutto. Gli episodi dovrebbero essere 6, cioè meno rispetto ai 10 della prima stagione e agli 8 della seconda. È un’ipotesi plausibile, però, se si considera che le riprese sono state bloccate a causa del coronavirus e hanno potuto riprendere solo nei mesi estivi. Questo non dovrebbe comunque influire sull’intensità, anzi.
Dal trailer si capisce che gli eventi ruoteranno attorno all’organizzazione del Giubileo a Roma; che l’evento è un affare molto grosso; ma che per poter metterci mano Aureliano e Spadino avranno bisogno di un nuovo alleato (“Roma nord”, dice Spadino). Sembra, poi, che una buona parte della trama si concentrerà sulle protagoniste femminili: Nadia (Federica Sabatini), la compagna di Aureliano, e Angelica (Carlotta Antonelli), la moglie di Spadino. Pur determinanti per lo sviluppo della storia, finora i loro ruoli sono quasi sempre rimasti in secondo piano. Infine ci sarà da gestire anche il risveglio dal coma di Manfredi, il fratello non proprio accomodante di Spadino, nonché il vero capo del clan sinto. Per il resto, si aspettano feste, sparatorie, strategie e parecchi scatti d’ira, ma questa non è una novità.
Suburra, 10 episodi da rivedere
21 giorni
Stagione 1, episodio 1
Durata: 62 minuti
I primi episodi di Suburra non sono certo la sua espressione migliore: la serie è cresciuta verso la fine della prima stagione, perfezionandosi nella seconda. Quando uscì, nel 2017, la critica americana definì l’episodio pilota impeccabile per la fotografia di Arnaldo Catinari, ma troppo lento e basato sull’esagerazione. Il confronto inevitabile con Gomorra poi non favorì un buon inizio. A vederlo si coglie tuttavia la mescolanza di stili e generi che rivela le aspirazioni ampie del progetto. Sontuosità e decadenza, lusso e kitsch, sacro e profano, rabbia (quella dei raptus violenti di Aureliano) e ironia (quella della prima “Spadino dance”). E si capisce anche come un boss di Ostia, uno zingaro e il figlio di un poliziotto possano diventare amici. Cioè procurando un infarto a un monsignore lussurioso e ricattandolo.
La lupa
Stagione 1, episodio 5
Durata: 58 minuti
Se avete qualche lacuna sugli inizi della serie, questo episodio è un buon compromesso. Si colloca all’esatta metà della prima stagione, racconta molti dettagli sui personaggi, ma non cade nella lentezza anestetizzante dell’episodio pilota. Qui c’è il punto di svolta che porta Aureliano, Spadino e Lele ad allearsi definitivamente per la conquista dei terreni di Ostia. Inoltre diventa chiaro come a muovere i tre protagonisti non sia tanto l’avidità, quanto il bisogno di evadere da esistenze non scelte, per ritrovare se stessi. In barba all’introspezione, comunque, vale la pena di guardarlo anche solo per il matrimonio combinato di Spadino, dove gli sposi spuntano fuori dalle acque di una fontana.
Un altro
Stagione 1, episodio 8
Durata: 49 minuti
Questo si può considerare il primo tassello del reale precipitare degli eventi: pressato da Samurai che lo accusa di tradimento e dal padre che ha scoperto i suoi traffici, Lele escogita un piano per uscire pulito da tutto senza far uccidere Aureliano e Spadino. Il piano però è un po’ traballante, e finisce con una retata in cui Aureliano uccide il padre di Lele per proteggere Spadino. Da questo momento Suburra farà ben pochi passi falsi.
Il buio
Stagione 1 episodio 9
Durata: 42 minuti
Il penultimo episodio (e pure il più breve) della prima stagione, sprigiona tutta la vera essenza della storia. Le alleanze crollano, nessuno ha più ben chiaro di chi possa fidarsi e ciascun componente del trio torna solo. L’odore della paura impregna tutto il tessuto della narrazione. E il panico, si sa, risveglia la ferocia dell’istinto di sopravvivenza. In particolare, c’è il motivo per cui il fratello di Spadino finisce in coma: un elemento da cui dipenderà molto dello sviluppo della terza stagione. La scena più importante comunque è quella in cui il legame interdipendente tra Aureliano e Spadino si rompe. Cioè il punto in cui ci si accorge di non essersi appassionati alle macchinazioni malavitose né all’azione concitata, bensì alla genuinità del rapporto tra i due.
Chiamalo dormire
Stagione 1, episodio 10
Durata: 51 minuti
È il finale della prima stagione, che chiarisce un po’ di punti lasciati in sospeso dalla puntata precedente. Ognuno compie la propria trasformazione da cui non potrà più tornare indietro. Aureliano e Spadino raggiungono finalmente il comando delle proprie famiglie; Lele sceglie invece di entrare nella polizia, anche se non proprio con intenzioni etiche. Nel frattempo, persa definitivamente la sua ingenuità politica, Amedeo ridimensiona Samurai, sganciando l’adagio “Roma non si governa, al massimo si amministra”.
Conseguenze e Più vicino
Stagione 2, episodi 2 e 3
Durata: 47 e 48 minuti
Non c’è bisogno di vedere l’inizio della seconda stagione: questi due episodi ne riassumono bene tutti i punti essenziali. In più si vede come Samurai diventi ancora una volta determinante nel ricucirsi del rapporto tra Aureliano, Spadino e Lele. Si avviano poi due linee narrative molto attuali: quelle di Amedeo e di Sara, entrambi intenzionati a sfruttare la questione dei migranti a proprio vantaggio politico ed economico. Infine Nadia e Angelica iniziano emergere come personaggi determinanti per la storia. Per quanto si può vedere nel trailer, una parte consistente della terza stagione sembra ruotare attorno a loro due.
La culla
Stagione 2, episodio 5
Durata: 46 minuti
Come in quella precedente, anche in questa stagione il quinto episodio contiene i punti di svolta che causano il precipitare degli eventi. (Quindi, per quel che riguarda la terza stagione, a occhio e croce ci si potrebbe aspettare i momenti determinanti nel terzo episodio.) Basti giusto sapere che stavolta l’evento scatenante è un patto tra Amedeo e il trio protagonista per creare un clima di insicurezza a Roma: l’obiettivo è favorire l’ascesa della destra, garantendo al primo successo politico e ai secondi traffici indisturbati. Qui c’è poi il motivo per cui potrebbe esservi capitato di vedere Aureliano e Spadino in un negozio di culle.
È guerra
Stagione 2, episodio 6
Durata: 43 minuti
I momenti più concitati della stagione sono a pochi passi dal finale, come tipico di Suburra. C’è quello in cui l’omosessualità di Spadino rischia di essere scoperta dalla sua famiglia. Quello in cui Aureliano perde l’unica persona di fiducia legata alla sua infanzia. E quello in cui Lele cede a un raptus omicida che triplica il peso dei suoi già molti sensi di colpa. Aggiungiamoci anche che Samurai decide di richiamare all’ordine Amedeo per vie traverse, e il terreno per la confusione finale è fertile.
Dimmi la verità
Stagione 2, episodio 8
Durata: 53 minuti
Se non avete proprio voglia vederli tutti, questi episodi, potete limitarvi al solo finale della seconda stagione. Qui ci sono infatti le risposte principali a quello che si vede nel trailer. Ad esempio, perché il trio di protagonisti diventa un duo; perché Amedeo deve vedersela con un po’ di persone arrabbiate con lui; e perché Spadino sta in piedi a fissare un busto di Giulio Cesare. Ma soprattutto, c’è la ragione per cui suo fratello è in mezzo a un banchetto a cantare, anziché sdraiato in un letto d’ospedale. Anche se è davvero improbabile che abbiate rimosso.
Immagine di copertina: Netflix