I Tonfi e Trionfi di maggio 2020
Nonostante la pandemia e l’avvicinarsi del periodo estivo, la tv di questo maggio 2020 appena trascorso ha sfornato parecchie nuove serie piuttosto appaganti. Per intenderci, stavolta pure i tonfi hanno qualche valida ragione per farsi guardare. Si parla solo di serie tv in streaming, però. Perché fosse stato per la tv tradizionale, specie quella generalista, il teleschermo avrebbe davvero faticato ad accompagnarci fino in fondo alla quarantena.
Il meglio e il peggio delle serie tv di maggio 2020

Trionfi: Central Park e il musical confortevole

Una famigliola felice che fa da guardiana a Central Park, un’anziana milionaria con la voce di Stanley Tucci che vorrebbe versarci sopra colate di cemento, e un menestrello munito di violino che ne narra le vicende. Il risultato è che da questa sitcom animata di Apple TV+ si esce col buon umore nonostante faccia satira su viziacci umani veri e tristi; nonostante il periodo pandemico ostacoli la distrazione; e nonostante l’effetto pruriginoso che spesso hanno i musical. Le sue parti cantate infatti portano avanti la storia, non la fermano. Quando in qualsiasi altro caso, per tre e più canzoni nel giro di mezz’ora ci si sarrebbe suicidati dopo un solo episodio.

Tonfi: La tv italiana e la pandemia

Ci si aspettava che la pandemia fosse per la tv italiana una lunga estate 2020 anticipata, e così è stato: finite la serie di scorte di contenuti inediti, si è messo mano agli archivi tirandone fuori ogni possibile replica per riempire buchi di programmazione ben oltre maggio. Il che non sarebbe stato nemmeno un delitto, considerando il quantitativo di cose interessanti che ci si perde regolarmente. Ma il mancato tentativo (tranne rare eccezioni) di dargli almeno una coerenza palinsestuale è stato ancora più triste della mancata ricerca di idee per reinventarsi.

Trionfi: Homecoming e il secondo giro

In realtà qui ci si era preparati al tonfo. Perché le seconde stagioni hanno sempre un rischio di sfortuna maggiore, specie se le prime sono conturbanti esercizi di stile hitchcockiano diretti da Sam Esmail e illuminati da Julia Roberts. Invece il thriller falso-vintage di Prime Video si è riconfermato un’ansiogena raccolta di indizi per ricostruire il puzzle mentale di una protagonista smemorata e capire di quale grande disegno faccia parte. Il fascino non sarà lo stesso dell’esordio, ma resta comunque una soddisfacente avventura di qualche ora.

Tonfi: Space Force e le non risate

Stavolta il marketing truffaldino di Netflix non c’entra. Ad alimentare le aspettative bastava (si fa per dire) la premessa di una workplace comedy ispirata a una delle tante idee strambe di Trump, scritta da Greg Daniels (quello di The Office) e interpretata da Steve Carell, John Malkovich, Ben Schwartz, Lisa Kudrow, per dirne qualcuno. A sgonfiarle invece è bastata la mancanza totale di risate. Perché ormai parodiare la politica odierna è diventata cosa troppo facile: le storie più appaganti vengono da chi la prende sul serio.

Trionfi: Snowpiercer e le ambizioni soddisfatte

Sarà l’attrattiva del thriller di fantascienza ambientato su di un treno da mille vagoni divisi per classi sociali, fatto per preservare l’ecosistema di una Terra che nel frattempo si è ghiacciata. Sarà che la storia delle catastrofi, che dovrebbero unire il genere umano e invece ne spremono il peggio, la stiamo vivendo in questo momento. Ma questo è uno dei pochi racconti televisivi degli ultimi anni a essersi mantenuto (almeno per ora) davvero sul livello delle proprie ambizioni. Al di là di ogni confronto con il film di Bong Joon-ho che l’ha preceduto.

Tonfi: The Eddy e la trama pigra

Non è che la serie sul jazz parigino co-diretta da Damien Chazelle sia un tonfo assoluto. Anzi, nella sua forma pensierosa, melodiosa, tremula e un po’ sgranata è una di quelle produzioni che elevano il valore filmico della tv. Il problema, piuttosto, è che ha pigramente scelto di dare una direzione alla sua trama con un giallo non troppo originale da risolvere. Quando in realtà la vita disordinata di Elliot, musicista newyorkese che non ne infila una giusta, e dei personaggi che gli ruotano attorno fornivano già sufficiente materiale narrativo.

SuperTrionfo: Skam Italia e il pregio del saper osservare

Ci vuole poco a prendere un successo straniero, tradurne lo script con l’aggiunta di qualche cliché italiano, e poi appiopparlo nelle mani di una manciata di attori che non si fanno domande. Più difficile, invece, adattarlo soltanto dopo aver osservato meticolosamente realtà, con un lavoro continuo di dialogo su cosa sembra vero e cosa invece deriva da anni di assuefazione a fiction risibili. Ludovico Bessegato ha scelto questa seconda via, creando una serie intensa e arricchente con la più semplice delle strutture narrative. E non solo ha alzato l’asticella del teen drama (e del mondo seriale) italiano. Ma ha dato spessore anche al racconto originale.

SuperTonfo: Hollywood e l’autocommiserazione

Non è necessario essere detrattori di Ryan Murphy per riconoscere che il gran numero di serie che produce sono quasi sempre la stessa cosa. Ossia, delle storie di discriminazione ben rifinite e lucidate per catturare l’occhio, e popolate da interpreti (sempre gli stessi) assortiti con cura maniacale per rappresentare tutte le forme del riscatto. L’ultima, creata per Netflix, ha mescolato finzione e realtà per raccontare una Hollywood vintage un po’ meno idilliaca di quel che ha sempre fatto sembrare, e provare a riscriverne la storia. Cosa molto simile a quella delizia di Feud, non si fosse rivelata un trattato sull’autocommiserazione. Perché, di grazia, come si fa a non etichettare i personaggi per il colore della loro pelle, se ogni battuta (come se non si vedesse) prevede una menzione al colore della loro pelle?

La rimandata del mese: Upload
Una serie tv di fantascienza che immagina la vita eterna in aldilà virtuali ormai non è più novità. Peraltro, questa scritta da Greg Daniels (sì, sempre lo stesso di The Office) non è nemmeno delle più raffinate. Nella sua semplicità, però, il futuro che racconta è molto credibile e con qualche tratto originale; e la sua storia sul rapporto tra un ventisettenne che forse è stato ucciso e la giovane assistente umana che lo aiuta a scoprire la verità si segue piacevolmente. Solo, bisogna capire se possa reggere una seconda stagione, che è già stata confermata.
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