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Guida completa al binge watching di ‘Skam Italia’

Per questo mondo televisivo dove i teen drama sono carta moschicida acchiappa-follower, Skam Italia è ormai un cult. Ma il fatto curioso è che sia riuscita a diventarlo facendo tutto l’opposto delle altre serie tv per adolescenti. Ad esempio Skam non è un prodotto originale, bensì un remake; ha personaggi così normali che non rientrano nemmeno negli archetipi classici del genere; e non si è presentata tra grandi proclami e marchette sfacciate (ogni riferimento alla sdraio di Summertime non è puramente casuale). Skam voleva rivolgersi agli adolescenti e l’ha fatto nella maniera più semplice possibile: intercettandoli sul web e usando il loro stesso linguaggio.

Così, nel giro di due anni (cioè dal 2018, quando è arrivata su TIMvision, che la produce insieme a Cross Production), Skam Italia è diventata senza esagerazioni una delle migliori serie italiane. Anche un po’ di più, forse: un articolo di BuzzFeed l’ha inserita tra i titoli non in lingua inglese da vedere (“la recitazione è sublime e il realismo non ha paragoni”).

Eppure, come spesso accade da queste parti – dove non potremmo permetterci di snobbare la qualità, e perciò lo facciamo – Skam Italia ha rischiato di fermarsi prima del previsto. Poi però Netflix ha fiutato l’odore di successo e follower adolescenti, ed è arrivato a salvarla. Da serie cancellata qual era fino a meno di un anno fa, Skam Italia è di ritorno il 15 maggio con la sua quarta stagione.

Se siete ancora tra quegli adulti scettici che l’hanno evitata, sappiate che gli adolescenti di Skam all’intervallo mangiano panini al prosciutto e vanno in bagno impugnando fazzoletti esattamente come facevate voi. Quindi, per favore, munitevi di bevande e cibarie, accomodatevi e recuperatela in tempo. Ad aiutarvi c’è questa guida al binge watching. Fidatevi.

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Skam Italia – Un po’ di cose da sapere prima di iniziare

Numero di stagioni: 3 (32 episodi)

Tempo richiesto: Quasi 13 ore totali. Ogni stagione dura circa 4 ore (una decina di episodi da 16-37 minuti) e guardarne una per sera non è un’impresa impossibile. Anzi, potreste riuscirci anche senza accorgervene. Se però preferite prendervela con calma, poco più di una settimana dovrebbe bastarvi.

Dove vederla: Su TIMvision e su Netflix

La serie in breve: Avete presente quei teen drama dove i protagonisti sembrano trentenni, risolvono misteri e tutto è estremo? Ecco, dimenticateli. Skam cerca di raccontare gli adolescenti come sono davvero. Autentico è quindi il racconto, che segue un gruppo di ragazzi e ragazze romani alle prese con situazioni molto normali: la scuola, gli amici, i sentimenti, il sesso, le insicurezze, le feste, il rapporto con i genitori. E autentica è anche la struttura, che evita grandi lanci promozionali e snocciola la trama in brevi clip pubblicate ogni giorno (e poi raccolte a fine settimana in un episodio più lungo), per intercettare direttamente il pubblico più giovane.

In Norvegia, dove nel 2015 è nata la serie, “skam” significa “vergogna”, “imbarazzo”. E infatti “ogni stagione si focalizza su un personaggio che deve affrontare qualcosa che non lo fa stare bene a causa del giudizio degli altri”. Lo ha spiegato Ludovico Bessegato, creatore della versione italiana, che finora ha raccontato le storie di Eva (Ludovica Martino), Martino (Federico Cesari) ed Eleonora (Benedetta Gargari). Sana (Beatrice Bruschi) sarà invece protagonista della quarta stagione.

Perché vederla: Perché è ancora un po’ di nicchia, ma tra gli adolescenti è diventata in poco tempo un cult. Perché nasce da un egregio lavoro di osservazione della realtà che per ora condivide solo con Gomorra; e non a caso si tratta forse delle due migliori serie italiane. E perché, alla fine, nel suo racconto si rivede chiunque sia stato adolescente almeno negli ultimi vent’anni, perciò non c’è pregiudizio che tenga.

Il personaggio da seguire: Giovanni (Ludovico Tersigni), Martino, Elia (Francesco Centorame) e Luca (Nicholas Zerbini), i quattro protagonisti maschili della serie. Perché l’esperienza televisiva ha mostrato tutto sull’amicizia femminile, ma va’ a sapere come funziona quella tra maschi. Skam recupera valorizzandola come di rado accade, con il ketchup sulla pizza, i rituali pre-festa e la pesca a sorte su chi può provarci con la bionda di turno. Se però volete prepararvi alla quarta stagione come si deve, allora tenete d’occhio anche Sana.

Le curiosità: Proprio come ha fatto Julie Andem, creatrice della serie originale, Ludovico Bessegato ha trascorso molto tempo a osservare e dialogare con i giovani per raccontarli nella maniera più autentica e meno stereotipata possibile. I profili di Instagram dei personaggi esistono davvero. E finora ci sono 7 versioni di Skam in tutto il mondo, mentre altre sono in programma.

Episodi evitabili: Non ce ne sono, in realtà. Tutti gli episodi sono ben scritti, e gli eventi sono talmente fluidi e intrecciati tra loro che saltarne qualcuno non conviene. Comunque, di ricorrere a tagli scellerati, è molto probabile non vi venga neppure in mente. Skam è costruita come se fosse una sequenza di tanti brevi post, e siamo tutti consapevoli di quanto crei dipendenza scrollare una pagina social, no?

La scena migliore: Un normale pomeriggio, un trancio di pizza, due joystick, Martino e Giovanni che affrontano un discorso importante con una normalità spiazzante. Quando altre serie, invece, avrebbero aperto l’archivio dei sospiri e delle melodie melense.

La battuta migliore: “Non c’è nessun bambino nella tua pancia, solo aria”. Ma anche “NAMACISSI” non sfigura (poi scoprirete il perché).

Il succo della serie: Gli adolescenti di oggi non sono così diversi dagli adolescenti di dieci o vent’anni fa. E gran parte dei drammi personali è in realtà molto meno insormontabile di quanto sembri.

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Skam Italia in 13 episodi

Stagione 1, episodio 5: Cosa ti eccita? 

Se siete ancora diffidenti, questo è l’assaggio perfetto per capire cosa sia Skam. Qui c’è tutto: la vita degli adolescenti a scuola, fuori casa e dentro casa, dove i genitori (miracolo!) non sono una manica di disfunzionali, ma semplici adulti imperfetti in ricerca di nuovi punti d’incontro con i figli ormai cresciuti. C’è poi l’educazione sessuale fatta bene, senza drammi né paternalismi, che mostra come funziona il lato pedagogico della serie. Infine c’è una piccola introduzione al personaggio di Sana.

Stagione 1, episodi 7-9: Ho fatto un casino / Se vi faccio a tutti così schifo

Quante volte i voi sedicenni l’hanno detto (o se lo sono sentiti dire)? Ecco, in questi due episodi – forse i più adolescenziali in assoluto – c’è la parte del dramma, quando il casino sembra insormontabile; e poi c’è il suo sgonfiarsi, quando si scopre che la questione era molto meno grave di quanto sembrasse. Il dramma in questo caso riguarda un segreto per cui Eva ha paura di essere giudicata, e non è un omicidio, come accadrebbe in molti altri teen drama. Il che dimostra quanto Skam dia valore alle cose normali, senza minimizzarle né estremizzarle. E poi c’è anche una delle scene più famose: quella dove Eleonora sfoggia una delle sue cinque tecniche di manipolazione.

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Stagione 1, episodio 10: Perché mi hai fatto una cosa del genere?

Skam è una serie assai femminista, ma non nel senso battagliero e idealista (e ogni tanto ipocrita) molto in voga di questi tempi. Il suo femminismo è più semplice, silenzioso e pragmatico: raccontare personaggi femminili a volte un po’ concentrati sui propri egoismi, ma comunque pronti a tenere i capelli all’amica ubriaca dopo un litigio. Il femminismo Skam lo mostra, non ne parla. E in questo episodio lo si vede bene.

Stagione 1, episodio 11: Una scelta stupida

I finali di Skam non sono mai troppo ricchi di eventi: ogni stagione si conclude in maniera abbastanza distensiva. Questo chiude la storia di Eva, benché per i fan sia ancora molto aperta, e rilancia quella di Martino, che occupa la seconda stagione. Ma il suo picco è una battuta (sì, quella dell’aria) che sgonfia un supposto dramma con uno spirito che oscilla tra la tenerezza e il cinismo.

Stagione 2, episodio 1: Non ti ho mai visto

Cioè esattamente quello che potreste chiedervi guardando questo episodio non molto significativo, ma con alcuni personaggi nuovi. Consideratela una mezz’ora di ricognizione per capire da dove vengano Luca, Niccolò, Emma, Filippo e soprattutto Radio Osvaldo.

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Stagione 2, episodio 5: L’ultimo uomo sulla Terra

Qui ci s’imbatte nel frutto forse più esplicito della capacità di ascolto di Ludovico Bessegato. E cioè, un discorso sull’omosessualità che parla di pregiudizi, ma soprattutto degli interrogativi da cui nascono. A farlo è Filippo, che incarna un po’ un mentore per i personaggi, così come il suo interprete Pietro Turano lo è stato per Bessegato stesso. La sua esperienza di attivista LGBTQ+ è servita infatti a costruire il realismo di questa stagione. Per svagarsi, comunque, c’è la ricetta delle croste di pizza con ketchup e senape. Oppure un’eloquente spiegazione di Giovanni sull’etimologia del suo cognome.

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Stagione 2, episodi 6-7: City-Real / Il mago dell’amore

Uno s’immagina che le confessioni importanti, quelle che cambiano la vita, siano accompagnate da intensi sospiri e musiche drammatiche, come tradizione filmica e seriale insegna. E invece i due episodi di svolta nel percorso di Martino sono di una semplicità spiazzante. Probabilmente Skam raggiunge qui la sua espressione più alta. Anche solo per la capacità di rendere l’amicizia maschile la parte di gran lunga più interessante del racconto.

Stagione 2, episodio 9: Follie

Non c’è molto da dire, se non: guardate l’episodio, scoprite una cosuccia su Niccolò, poi scrivete “NAMACISSI” su un post-it e non staccatelo mai dallo schermo del vostro computer.

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Stagione 3, episodio 1: Esci Con Me

C’è chi pensa che delle stagioni di Skam la terza sia la meno riuscita. E in effetti la storia di Eleonora è in apparenza quella che si sviluppa in maniera un po’ più “filmica” e meno reale. Il personaggio però è complesso, ben delineato e così spigoloso che è difficile entrarci in sintonia. Il suo percorso inizia in questo episodio, che peraltro si apre sciorinando dati vorticosi sul rapporto dei giovani con il sesso. Così, almeno un pochino, gli slanci meno verosimili degli episodi successivi sono bilanciati.  

Stagione 3, episodio 5: Non ti farò mai del male

In Skam ogni personaggio ha la sua storia e ogni storia ha un punto di svolta. Quella di Eleonora cambia qui, quando si capisce un po’ di più del suo passato. Ad esempio si comprende la sua cura maniacale per le piante (passione strana, per un’adolescente), il suo tenere tutti – anche gli spettatori – a debita distanza, e il suo essere adulta molto più degli altri personaggi. Il percorso di Eleonora si muove al contrario, verso l’adolescenza, e parte da questo episodio. Come anche lo sprint di Luca nella tecnica dell’abbordaggio.

Stagione 3, episodio 11: Tre, due, uno

Il conto alla rovescia è per la fine dell’anno scolastico, che vista in questi tempi di reclusione è assai liberatoria. Per il resto non è uno degli episodi migliori. Anzi, probabilmente è il meno avvincente. Però è quello da cui ripartirà la quarta stagione e dove per la prima volta nell’intero arco della serie la sicurezza di Sana – che sembra ben equilibrare i valori religiosi e le libertà che la sua età esige – inizia a incrinarsi in modo evidente. Volendo, quindi, potete scorrere dritto alla fine. Così scoprite anche se le tecniche di Luca sono davvero efficaci.

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Volete vedere qualcosa di simile?

Allora date un’occhiata alla versione originale della serie, cioè la Skam norvegese: il passo più logico, visto che pochi teen drama hanno lo stesso realismo. Anche American Vandal (su Netflix) comunque non se la cava male con il suo falso documentario parodia di Making a Murderer, dove due liceali cercano di capire chi abbia disegnato dei peni giganti sulle macchine nel parcheggio della loro scuola. Altrimenti, per andare sul classico, c’è la britannica Skins (sempre su Netflix), pioniera delle serie adolescenziali realistiche.

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