Qualche nuova idea sulle serie tv da guardare
Le ultime scoperte tra le serie tv da guardare parlano lingue differenti e hanno un pregio in comune: la concretezza nell’aggrapparsi alle proprie radici per smuovere le acque dei rispettivi generi. Qualcuna ha messo mano ai ricordi d’infanzia nei bassifondi e qualcun’altra si è affidata invece alle tradizioni, guardando a un passato di umorismo intelligente, sentimentalismo brillante, oppure euforica e colorata disinvoltura. Le rimanenti, infine, hanno sbirciato tra le perversioni nascoste del presente, scattando fotografie piuttosto raccapriccianti. Perciò per godersele davvero, conviene capire anche come e quando vederle, onde evitare spiacevoli nausee e depressioni collaterali.
Quali nuove serie tv guardare
13 Commandments
Cosa dovrei sapere? Dalle piccole Fiandre, 13 Geboden – questo il titolo originale – alza decisamente l’asticella del crime thriller europeo, mescolando sacro e profano. Un poliziotto navigato (Dirk van Dijck) e la sua giovane neo-partner (Marie Vinck) fronteggiano un’efferata sfilza di crimini ispirati – con qualche aggiunta – ai dieci comandamenti. L’artefice è un “serial killer biblico” intento a risvegliare la coscienza morale della società. La citazione è invece di Walter Iuzzolino, che presenta la serie all’Italia dopo aver incuriosito Gran Bretagna e USA.
Potrebbe piacermi? Pochi minuti, e questo drama mette già bene in chiaro la sua identità rugginosa e cruda. La scrittura spietata non risparmia nulla ai personaggi, come del resto allo spettatore. Ci si imbatte così in un racconto dai picchi estremamente feroci e davvero ben costruito nel preservare il mistero, tanto sulla scia sanguinosa quanto sul vissuto dei protagonisti. Avvince anche il concreto ritratto sociale ormai condiviso, dove chi sovverte l’ordine con violenza provocatoria cattura consenso. Anziché sgomentare, infatti, l’agire del sadico profeta sembra affascinare l’opinione pubblica. E il dolore atroce inflitto dai suoi deliri di onnipotenza è tangibile al punto da scoraggiare la maratona accanita.
Dove la guardo? Su Walter Presents (disponibile su Dplay, qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 10 ore e 20 minuti totali (13 episodi da circa 45 minuti)
Quando farebbe al caso mio? Se avete voglia di un bel crime intenso e tempo sufficiente per le dovute pause tra una manciata di episodi e l’altra.
SMILF
Cosa dovrei sapere? La “S” sta per “single” e pure per “Southie”. “MILF”, invece, è ormai acronimo eloquente. Frankie Shaw l’ha soltanto cucito su misura di Bridgette, una giovane madre dalla vita disastrata, che tenta di barcamenarsi in quel di South Boston tra nuove e vecchie relazioni, sesso e carriera. La comedy di Showtime riprende l’omonimo corto di Shaw, che scrive, dirige e interpreta, senza farsi mancar nulla. Nemmeno due nomination agli ultimi Golden Globe.
Potrebbe piacermi? Quello di Bridgette è il classico volto del cringe al femminile, popolato dalle ragazze viziate di Girls e quelle istrioniche di Broad City, dalla londinese Fleabag e da un esercito di altre spudorate (anti)eroine dal disagio sociale umoristico. Questa serie spinge però il genere in un contesto poco glamour, ai margini della società. Bridgette sa cacciarsi in surreali imbarazzi, ma il suo lottare per il futuro del figlio, tra i rapporti volatili con la madre e quelli fragili con l’ex compagno tossicomane, la fa percepire come personaggio ben meno egoista e capriccioso. Questo porta gli episodi a cadere spesso nella satira socio-politica a ogni costo.
Dove la guardo? Su SkyGo e NOW TV (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 4 ore totali (8 episodi da circa 30 minuti)
Quando farebbe al caso mio? Se volete guardare una serie tv comedy al femminile e sfrontata, ma con un retrogusto più amaro.
Wanderlust
Cosa dovrei sapere? Questa serie con Toni Collette è una coproduzione di BBC One e Netflix. Un drama – che non si priva comunque di un buon carico di leggerezza – nel quale l’attrice australiana affianca Steven Mackintosh per raccontare una relazione movimentata. Terapeuta lei, insegnante lui, e tre figli ormai cresciuti a carico, i due scelgono la via della coppia aperta per tentare di salvare il proprio matrimonio. Con tutti gli inconvenienti del caso.
Potrebbe piacermi? “‘Wanderlust’, sostantivo – Impulso irrefrenabile verso l’ignoto”. Ogni inizio di episodio si premura di ricordarlo e definisce perfettamente anche la visione di questa serie. Non se ne comprendono bene le mire, ma la si guarda con trasporto fino alla fine. La narrazione segue letteralmente le confusioni sessuali dei suoi personaggi, senza lasciar trapelare un disegno definito e con capitoli che potrebbero durare la metà di quanto invece si prolungano. I caratteri però sono davvero ben delineati e ottimamente interpretati. Cosicché, mentre le loro esistenze si complicano e aggrovigliano – con brillante resistenza alla tentazione del volgare – questa serie tv si fa guardare per curiosità e immedesimazione.
Dove la guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 5 ore e 40 minuti totali (6 episodi da circa 60 minuti)
Quando farebbe al caso mio? Se siete in vena di complicanze sentimentali (con qualche lacrima annessa).
Super Drags
Cosa dovrei sapere? Malgrado i tempi di orgogliosa regressione, i diritti LGBT sono al sicuro. Almeno nel mondo disegnato dalla comedy brasiliana di Netflix, che vede una favolosa squadra di supereroine incaricarsi di proteggerli. Un trio di commessi si trasforma all’occorrenza nelle drag queen Lemon Chiffon, Cran Sapphire e Crimson Scarlet per sconfiggere minacce diversamente gravi: dalla malvagia collega avida di glitter arcobaleno al conservatore – ibrido tra Hitler e Bolsonaro – che predica la guarigione dall’“omosessualismo”.
Potrebbe piacermi? La provocazione è linfa energetica per questa micro-serie, inevitabilmente accusata di volgarità e sfruttamento del cliché. Ma come l’ultima frontiera dell’animazione vuole – da BoJack Horseman a Rick and Morty – le sue avventure si autoproclamano per soli adulti e si servono dell’eccesso per addentrarsi in questioni concrete. Il che avviene in modo affatto sottile, ma spassosamente queer. Un po’ Sailor Moon e un po’ Superchicche, le Super Drags si trasformano al grido di “Strizza il pacco, tettamorfosi!”, si battono per regalare “un lieto fine orgasmico” e svolazzano in turbinii di lustrini e forme falliche poco subliminali. Viste le immagini psichedeliche, meglio prevenire strabismi lasciando perdere i sottotitoli e affidandosi al doppiaggio.
Dove la guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 2 ore totali (5 episodi da circa 25 minuti)
Quando farebbe al caso mio? Se avete voglia di guardare una serie tv animata brevissima e dalla scorrettezza senza filtri.
A Very Secret Service
Cosa dovrei sapere? Passaporto francese, due stagioni, e una storia di spionaggio vintage. In versione comica, però. Questa serie prodotta per il canale pubblico franco-tedesco Arte e poi distribuita da Netflix – tra il 2016 e lo scorso agosto – ricostruisce la Parigi del 1960, per seguire l’inserimento di un giovane stagista (Hugo Becker) nei servizi segreti d’Oltralpe, divisi tra la piena Guerra Fredda e la crisi del colonialismo.
Potrebbe piacermi? Svuotato di azione per giocare sulla contraddizione, lo spionaggio non ha qui nulla a che fare con James Bond. Il genere viene infatti parodiato, tra l’incompetenza di agenti poco propensi all’eroica fatica e l’inettitudine di burocrazia e diplomazia calcata fino al paradosso. La stravaganza delle missioni sorge così dalla vista di caricature alle prese con eventi storici reali. È come se, in breve, Mad Men incontrasse The Office. Una comedy storica, ma perlopiù girata tra stanzette e scrivanie, dall’intelligenza umoristica sottilissima e a tratti di genuinità fantozziana. Dove anche gli interrogatori alle spie Naziste a colpi di torture si arrendono al ridicolo.
Dove la guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 10 ore totali (22 episodi da circa 20-30 minuti)
Quando farebbe al caso mio? Sei avete voglia di leggerezza, ma senza rinunciare a un’ironia sofisticata.
Beat
Cosa dovrei sapere? Questo drama tedesco scritto per Amazon da Marco Kreuzpaintner (Lui è tornato) è piombato nella libreria di Prime Video con eco contenuta. Meno di quella che rimbomba nei club della scena techno berlinese in cui è ambientato. Qui lavora Robert ‘Beat’ Schlag (Jannis Niewöhner), un trentenne debole a qualsiasi tipo di dipendenza, reclutato dai servizi segreti europei per infiltrarsi in una rete di traffici loschi, che ha base proprio nei club della capitale.
Potrebbe piacermi? All’affollato tavolo degli antieroi, Beat può sedersi a testa più che alta. Il ragazzo è dannato a sufficienza, si oppone al mondo con resistenza adolescenziale e rifugge da ogni problema stordendosi nella notte. Crede insomma di essere libero, salvo riscoprirsi invischiato in una ragnatela di limiti. Per questo (e altro) si attira le attenzioni di un cattivo molto sadico e un poco insolito nella serialità europea, per le cui passioni raccapriccianti si consiglia una visione lontana dai pasti. La Berlino sordida sullo sfondo, poi, seduce nel raccontarsi con un mix di generi tanto accurato da non meritare di passare inosservato.
Dove la guardo? Su Amazon Prime Video (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 7 ore totali (7 episodi da circa 60 minuti)
Quando farebbe al caso mio? Se cercate un crime frastornante e avete stomaco per immagini disturbanti.