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Guardo o passo? ‘Raised by Wolves’

Ridley Scott lo ha fatto ancora. Ha diretto una storia ambientata nel futuro, sospesa tra una Terra post-apocalittica e un pianeta lontano, con navicelle, androidi, ibernazioni e creature alieniche. La storia si chiama Raised by Wolves, esce l’8 febbraio e inquadra parecchio bene la piega che hanno preso ultimamente le cose nel mondo, specie dopo la pandemia. Se gradite il genere, soprattutto quando declinato secondo lo stile di Scott (quello di Alien e Blade Runner, per intenderci), forse converrebbe valutare l’idea di darle un’occhiata.

Raised by Wolves: guardo o passo?

Piccola postilla prima di iniziare: questo articolo si basa sui primi 2 dei 10 episodi della serie

Le cose da sapere: In realtà la serie è stata creata dallo sceneggiatore Aaron Guzikowski (The Red Road), mentre Scott l’ha prodotta e ne ha diretto alcuni episodi insieme al figlio Luke. Alla stampa però è stata presentata sventolando il nome del regista, un po’ per lustro e un po’ perché effettivamente ricorda parecchio molti suoi film precedenti, sia nella storia che nella struttura. Il cast è molto numeroso e mette insieme una varietà interessante di attori internazionali, dalla danese Amanda Collin (Splitting Up Together) all’australiano Travis Fimmel (Vikings). La serie fa parte delle 50 produzioni originali annunciate da HBO Max, e il suo compito è dotare il nuovo servizio streaming di una quota di fantascienza. Ah, siccome protreste chidervelo: è stata girata in Sudafrica.

Dove vederla: Su Sky Atlantic HD (il lunedì alle 21.15) o su Sky Go e Now TV.

Quanto dura: circa 8 ore (10 episodi da 41-55 minuti)

Il titolo: Non si sa di preciso perché la serie si chiami così, ma qualcuno si è alacremente attivato per fornire spiegazioni che sembrano piuttosto centrate. In inglese “Raised by Wolves” significa letteralmente “Cresciuto dai lupi”. D’impatto fa venire in mente l’idea che un bambino venga allevato da una figura che secondo natura non sarebbe predisposta per farlo (un po’ come nel Libro della giungla, insomma). Ma c’è anche la questione di quanto ci si possa davvero fidare di lasciare un bambino nella mani di un essere selvatico e abituato per istinto a uccidere. Se si considera che la serie ruota attorno a degli androidi killer che devono crescere dei bambini umani, tutto torna. Se poi si aggiunge che questi androidi emettono suoni primordiali, come soffi e ululati, i pezzi del titolo combaciano ancora di più.

Il succo: È difficile da trarre senza spoiler, ma ci proviamo. Siamo in un futuro non molto vicino, nel 22esimo secolo, e la Terra è stata completamente distrutta da una guerra di religione: da un lato c’è l’ordine dei Mitriaci, di derivazione cristiana; dall’altro ci sono degli atei militanti. Questi ultimi decidono di assegnare a due androidi chiamati Madre e Padre una missione: colonizzare un pianeta lontano chiamato Kepler-22b, per crescervi alcuni embrioni umani. Il loro obiettivo è infatti creare da zero una nuova civiltà pacifica, dove gli uomini non siano corrotti dalle ideologie, ma soltanto votati alla scienza. Passato qualche anno, però, le loro condizioni di vita non sono messe benissimo («Il futuro è invisibile, anche per gli androidi» avvisa il primo episodio). E le cose si complicano ancora di più quando scoprono che sul pianeta vivono anche alcuni sopravvissuti della fazione dei Mitriaci.

Serie simili: Non solo serie, ma anche parecchi film ai quali Raised by Wolves si riferisce in modo evidente e con particolare orgoglio. Il New York Times ha fatto una lista piuttosto completa: «La struttura ricorda molto sia Battlestar Galactica, nella sua combinazione di grandi idee ed epopea spaziale apocalittica, sia i meccanismi dei film di Terminator. I Mitriaci dalle tute bianche, che trottano per il paesaggio desertico, evocano Star Wars; i duri elementi allegorici, The Handmaid’s Tale; il linguaggio e i movimenti stilizzati degli androidi, la serie britannica Humans. Il bambino misterioso e frenetico avvolto in un mantello è solo l’ultima citazione della figura inquietante di A Venezia… un dicembre rosso shocking».

Raised by Wolves serie tv Ridley Scott
YouTube/HBO Max

Com’è? Enigmatica, confusa e molto, molto ricca di cose da scoprire. Questa ricchezza, Raised by Wolves la gestisce con tanta calma e spiegazioni centellinate. Tant’è che – almeno in partenza – si fatica a tracciare una mappa mentale di come sia fatto il suo mondo e delle categorie in cui collocare i tanti personaggi. Questa sensazione pulsa soprattutto davanti alle tante azioni prodigiose di cui sono capaci gli androidi protagonisti: ogni cinque minuti se ne scopre una nuova e sempre più assurda, al punto da mettere seriamente in crisi la sospensione dell’incredulità.

La parte interessante però non sta tanto negli effetti speciali, quanto nella componente meno visibile e più metafisica della serie. Raised by Wolves mette insieme filosofie ancestrali, bibliche e mitologiche che stridono parecchio con il contorno iper tecnologico, ma servono ad arrivare alla pancia della natura umana. La sua storia riprende quella di Noè: gli uomini religiosi si sono salvati radunando sé stessi, bambini e animali su una navicella chiamata Arca. E il motivo per cui sono ormai una specie in estinzione è dovuto al loro affidarsi alla fede, anziché alla scienza. Il che suona particolarmente attuale, durante una pandemia che uccide migliaia di persone al giorno e che ne vede altrettante reagire con scetticismo all’idea di farsi un vaccino.

Eppure aggrapparsi a qualcosa a cui credere è quasi insito nella natura umana. È qualcosa di così fisiologico che nemmeno gli androidi incaricati di fondare una civilità atea riescono a controllarlo. «Pacifici, tecnocratici. È l’unica via per il progresso,» dice Madre nel primo episodio. E lo fa con un integralismo tale da far venire il dubbio che anche l’ateismo, in fin dei conti, sia un po’ una religione.

Questo tessuto filosofico non è sempre immediato e getta i personaggi nell’ambiguità. Cercare di capire quali siano i buoni e quali i cattivi è abbastanza improduttivo. Anche perché Raised by Wolves dà a tutti sufficienti ragioni per agire secondo il proprio istinto di sopravvivenza. A volte ne escono fuori sequenze esplosive e spettacolari. Altre volte sviluppi più sottili da sbrogliare attingendo anche a fonti esterne. Nulla di quello che si vede o si sente, comunque, è messo lì a caso (indizio: Lamia). Dando l’impressione che sotto la pomposità dell’azione smisurata ci sia materiale sufficiente per le stagioni successive.

Cose per cui tapparsi gli occhi: Parecchie, visto il disperato istinto di sopravvivenza dei personaggi. Ci sono strappi di palpebre, cacce ai topi e quantitativi di sangue sufficienti a convincere gli impressionabili ad abbandonare il campo.

Chi tenere d’occhio: I due androidi protagonisti, Madre (Amanda Collin) e Padre (Abubakar Salim). Sono un assemblaggio curioso di ingranaggi e reazioni emotive, che da solo dà una ragione valida per stare a guardare la serie. Stando infatti alle precedenti esperienze seriali con i loro simili (Westworld su tutte), viene in continuazione da chiedersi quanto del loro essere sia programmato secondo una sofisticata tecnologia e quanto invece sia un prendere coscienza sfuggito di mano a chi li ha creati.

La frase da segnarsi: «Credere nell’irreale può confortare la mente umana, ma la indebolisce anche.» [Madre – Amanda Collin]

Quindi? Raised by Wolves è una serie futuristica e allo stesso tempo primitiva, che attecchisce benissimo alla realtà che stiamo vivendo. È impegnativa, però. E fa le cose così tanto in grande da oltrepassare spesso il limite dell’assurdo. Se tuttavia siete dotati di una buona sospensione dell’incredulità e vi piacciono le serie rompicapo, potreste trovarla una buona declinazione di fantascienza.

Dai un’occhiata a “Raised by Wolves” Dai un’occhiata a “Raised by Wolves”

"RAISED BY WOLVES"

3.5

GUARDALA SE
  • Ti piacciono i rompicapi
  • Hai stomaco
  • Apprezzi i classici di Ridley Scott
PASSALA SE
  • Hai bisogno di leggerezza
  • Non sei un tipo da fantascienza
  • Non ti è piaciuta "Westworld”

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