I Tonfi e Trionfi di settembre 2019
Per la ripartenza della nuova stagione tv, settembre 2019 è stato un mese ricco e intenso. Tante serie si sono avvicendate sul teleschermo, mostrando una buona capacità di allinearsi con lo spirito di questo tempo.
Così lo streaming si è dedicato nell’ordine a far più bello, sensibile e innovativo il procedural (che di un cambio di formula un po’ aveva bisogno), a far più strano e profondo il racconto delle comuni crisi di vita, a introdurre un aspirante politico che fatica a emergere facendo le cose per bene (siamo nell’era Trump, d’altronde). Tutto il contrario, insomma, della fiction che ogni volta prova a farsi credere serialità di peso, ma finisce puntale per sembrare un fotoromanzo.
Intanto HBO, giusto per appuntarsi un’altra spilletta, si è addentrata nel terreno scivoloso del teen drama. E nonostante quella punta di esagerazione che per definizione le appartiene, ha dimostrato ancora una volta di saper fare tutto bene.
Il meglio e il peggio delle serie tv di settembre 2019
Trionfi: The Politician, sintesi dello stile Murphy
La prima volta su Netflix (o per Netflix, anzi) del creatore simbolo dello stacanovismo assoluto è una mescolanza molto colorata e sfarzosa di tutte le sue produzioni precedenti. Popular, Glee, The New Normal, Scream Queens, American Crime Story, Feud, Pose e altre cose molto pop che girano in tivvù s’incontrano negli scalpitanti tentativi di un giovane californiano di fare le cose per bene per diventare Presidente degli Stati Uniti, in un’epoca che idolatra chi fa l’esatto contrario. Si dovesse spiegare a un marziano chi sia e cosa faccia Ryan Murphy, questa sarebbe la serie più adatta.
Trionfi: La stranezza di Undone
La piacevole stranezza di Undone poche serie possono vantarla. La sua tragicommedia sui traumi psicologici (ben rappresentati, peraltro) diventa avventura metafisica di salti spazio-temporali e poi mistero da dipanare, mentre le immagini reali si fondono a quelle animate (via tecnica del rotoscopio) e le forme si scompongono e ricompongono al variare delle emozioni. La famiglia è la stessa di BoJack, Tuca e Bertie, e lo si capisce anche dalla sensibilità nel racconto delle crisi dei passaggi di vita. Peccato solo per il rilascio silenzioso.
SuperTrionfo: Unbelievable, Criminal e il nuovo procedural
Una settimana, e Netflix ha spostato più alto l’asticella del procedural. Mai si era vista una caccia allo stupratore seriale che non mostrasse il carnefice per concentrarsi sulla dignità delle vittime e sull’umanità degli inseguitori, evitando voyeurismi e incontri forzati tra le sue trame. Mai si era visto un poliziesco tentare di stanare un criminale ogni volta diverso, unendo episodi in quattro lingue differenti e limitati alle sole mura di una sala interrogatori, senza opprimere e annoiare. Che da queste parti si sappia, almeno…
SuperTonfo: L’illusione di Made in Italy
Del prendere idee assai interessanti e realizzarle un po’ così, alla maniera di Renè Ferretti (cliccare qui per capire), la fiction Mediaset è cintura nera. Tanto che ormai, per sfinimento, provoca allucinazioni che la fanno credere ben scritta, avvincente, ottimamente recitata, sebbene sia sempre il solito fotoromanzo in movimento. Colpa anche, stavolta, del tema sontuoso del progetto (l’ascesa delle grandi case di moda italiane nel periodo dei tumultuosi anni Settanta milanesi) e della collaborazione con Prime Video. Doppia illusione, doppia delusione.
La rimandata del mese: Euphoria
Il viaggio che scivola fluido tra le (in)sofferenze della generazione Z è tanto bello quanto è avvolgente, psichedelico e brutalmente onesto nel rinfacciare che il mondo sconvolgente degli adolescenti di oggi è seminato di pericoli creati però dagli adulti. L’euforia per sfuggirgli è sintetica, ha luci viola e lacrime brillanti, ed è un sollievo che spunta effimero tra una violenza e una sniffata, un pestaggio e un’overdose. Il peso complessivo è troppo, però. E si deve al solito vizio di HBO nel voler mostrarsi brutta, sporca, cattiva fino al morboso. Sebbene di tempo per sfumarlo ce ne sia ancora parecchio.
Sfondo copertina: Freepik