Le serie tv cancellate nell’ultimo anno
Da quando si producono serie tv in grandi quantità, è piuttosto fisiologico che sia aumentato anche il numero di quelle che vengono cancellate. Nell’ultimo anno, però, ci sono state diverse cancellazioni inattese, che hanno riguardato titoli rilevanti o molto apprezzati. Fatta eccezione per alcuni casi particolari (come quelli di Yellowstone o dei progetti di Neil Gaiman) le ragioni sono legate alla fase di forte trasformazione che il mercato televisivo, e dello streaming in particolare, sta affrontando. Dopo un periodo di grande abbondanza, infatti, i network e le piattaforme stanno cercando di contenere le spese, riducendo il numero di produzioni e applicando parametri più severi per decidere se rinnovarle. Ottenere ottimi riscontri non basta più: bisogna raggiungere un numero di visualizzazioni che giustifichi l’investimento produttivo.
Ecco una lista delle serie tv cancellate di cui si è discusso di più quest’anno, con qualche dettaglio per capire meglio come mai non le rivedremo. Anche se, per qualcuna, potrebbe esserci ancora la possibilità di salvarsi.
Serie tv: le cancellazioni più discusse

Yellowstone (Paramount Network)
La cancellazione di Yellowstone è stata un po’ la telenovela dell’anno. Da una serie di grande popolarità qual era, non ci si aspettava una chiusura così turbolenta e precoce. Invece, il western non ha retto all’incrinarsi dei rapporti tra la produzione e Kevin Costner, che chiedeva orari di lavoro ridotti per poter dedicarsi in parallelo al suo nuovo film. Dopo i primi segnali di una possibile risoluzione, Costner ha detto di non aver avuto altra scelta che uscire di scena a metà della quinta stagione. Rimasto senza il suo interprete principale, lo showrunner Taylor Sheridan ha preferito ultimare gli episodi restanti e poi chiudere la serie, scrivendo tuttavia un finale deludente e piuttosto raffazzonato.
L’universo di Yellowstone proseguirà però con diversi spin-off, di cui uno sarebbe incentrato sui personaggi di Beth Dutton (Kelly Reilly) e Rip Wheeler (Cole Hauser), facendo da seguito diretto della serie originale. Si trarebbe quindi di una sesta stagione, anche se per questioni di diritti non può essere ufficialmente definita tale.
The Acolyte (Disney+)
Dopo tre anni di attesa, The Acolyte era senz’altro una delle novità del 2024 su cui pendevano le aspettative più alte. Tuttavia la serie di Star Wars non è riuscita a mantenere i buoni risultati dell’esordio, facendo registrare visualizzazioni sempre più basse di episodio in episodio. La cancellazione è stata immediata, per qualcuno anche troppo, generando polemiche: c’è chi pensa che la svolta finale avrebbe necessitato di una seconda stagione, e chi sostiene che la serie abbia un po’ pagato il tentativo di sperimentare con la formula e la diversità dei personaggi. La stampa di settore si è chiesta se sia l’inizio del declino della saga di Star Wars sul piccolo schermo. Molto dipende da come andrà la seconda stagione di Andor.
My Lady Jane (Prime Video)
Con un folle tentativo di dare una scossa al genere in costume, all’inizio dell’estate My Lady Jane aveva colto di sorpresa gli utenti di Prime Video. Ma la serie tv sulla prima, dimenticata regina d’Inghilterra ha avuto la stessa sorte della sua protagonista: ghigliottinata dopo pochissimo tempo. Anche qui, i pareri si dividono: secondo qualcuno era prevedibile, vista la scelta azzardata di raccontare i Tudor non solo in forma comica, ma anche fantasy (e con effetti speciali di dubbia qualità); secondo qualcun altro si tratta invece dell’ennesimo buon progetto rimasto vittima della scarsa lungimiranza di Amazon. In effetti, chi l’ha vista si è divertito parecchio, e resta la percezione che in mano a un altro servizio streaming avrebbe avuto ben altro richiamo. I fan hanno lanciato una petizione per salvarla, ma non è servita.
Prisma (Prime Video)
Anche Prisma – il teen drama dalla squadra creativa di Skam Italia – è finita tra le serie tv cancellate da Amazon, nonostante il riscontro positivo di critica e spettatori (che hanno tentato di salvarla con una petizione). Il creatore Ludovico Bessegato ha detto di non aver visto i dati di visualizzazione, ma si suppone che non fossero sufficienti da giustificarne il rinnovo per una terza stagione, i cui copioni erano peraltro già pronti. Secondo Bessegato, però, la vera ragione è che l’azienda sembra aver «cambiato policy» nei confronti delle sue produzioni originali. Finora non risulta che altre piattaforme siano interessate ad acquisirla (come invece era accaduto con Skam). Intanto, Rai 2 ha annunciato che nel corso del 2025 trasmetterà in chiaro le prime due stagioni.

Tokyo Vice (Max)
La cancellazione di Tokyo Vice non ha fatto molto rumore, ma ha generato comunque un certo dispiacere. Il crime drama tratto dalla biografia di Jake Aldestein – giornalista americano noto per essersi addentrato nel sottomondo malavitoso di Tokyo – aveva ottenuto grandi complimenti per l’estetica, le ambientazioni e la complessità dei suoi personaggi. È un peccato che non abbia raccolto un seguito altrettanto grande. Ma Max – il servizio streaming di HBO – ha concesso ai creatori due episodi in più per poter dare alla seconda stagione (ancora inedita in Italia) un finale compiuto.
Kaos (Netflix)
Quando era uscita lo scorso agosto, Kaos sembrava promettere bene: recensioni abbastanza positive e un posto nella classifica delle serie più viste su Netflix. Il Guardian l’aveva anche definita «una Succession con gli dèi greci». Tuttavia, non è riuscita a mantere gli stessi numeri dell’esordio, perdendo seguito nelle settimane successive. Charlie Covell, che nel crearla aveva inizialmente previsto tre stagioni, ha espresso sorpresa e sconcerto per la decisione di Netflix, ma ritiene che gli episodi usciti siano comunque soddisfacenti.
9-1-1: Lone Star (Fox)
La fine di 9-1-1: Lone Star rientra nell’ampia zona grigia delle serie tv che, ufficialmente, vengono rinnovate per un’ultima stagione, anche se in realtà sono state cancellate. Lo ha detto lo stesso creatore Ryan Murphy, spiegando che la decisione di chiudere il suo procedurale è derivata da questioni economiche e incompatibilità con la rete Fox (la serie originale, 9-1-1, è stata infatti spostata su ABC con ottimi risultati). Murphy ha anticipato comunque di essere già al lavoro su «una nuova serie divertente» ambientata in un’altra città.
Evil (Paramount+)
Nell’ultimo anno Paramount+ ha dovuto rinunciare a diverse sue serie tv di punta, che sono state cedute o cancellate per tagliare i costi. Nel caso di Evil, però, a incidere è stato lo sciopero degli sceneggiatori. Dopo aver interrotto e poi ultimato le riprese della quarta stagione, la serie soprannaturale ha ricevuto notifica che non sarebbe proseguita. Ai creatori, i coniugi King, è stato offerto di girare quattro episodi aggiuntivi per dare alla trama una degna chiusura, ma di certo non è servito ad attutire la delusione generale. Pur di nicchia, infatti, Evil era considerata una delle migliori espressioni dell’horror televisivo. I King hanno detto che avrebbero avuto parecchie idee per un’eventuale stagione successiva, e anche per uno spin-off. Ma al momento sembra improbabile che qualche altro network o servizio streaming decida di acquisirla.

Dead Boy Detectives (Netflix)
Per la gran parte della critica, lo spin-off di The Sandman aveva fatto un ottimo lavoro, riuscendo a mantenere una continuità con la serie originale, ma costruendo un mondo abbastanza ricco, vivace, stiloso da poter stare in piedi da solo. Il motivo della cancellazione non sarebbe però legato alle accuse di aggressione sessuale che hanno coivolto il fumettista Neil Gaiman, con ripercussioni sui progetti a cui stava lavorando. Secondo quanto riporta Variety, Netflix avrebbe preso la decisione sulla base dei dati di visualizzazione, che dopo la settimana d’esordio si sarebbero affievoliti.
Girls5eva (Netflix)
Quella di Girls5eva sembrava una favola a lieto fine: cancellata dalla piattaforma Peacock dopo due stagioni, era stata salvata da Netflix, che ne aveva prodotta una terza. Le recensioni molto positive, però, non sono bastate ad assicurarle il rinnovo.
Frasier (Paramount+)
Il revival di Frasier non era partito benissimo, ma sul finire della prima stagione aveva iniziato a ingranare, trovando un equilibrio positivo nella seconda. Sulla sua cancellazione potrebbe aver influito il taglio dei costi di Paramount+. Tant’è che la casa produttrice CBS Studios sta cercando potenziali acquirenti interessati a portarla avanti, come Prime Video e Hulu.
Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin (Apple TV+)
La comedy su Dick Turpin, bandito britannico del Settecento entrato nella leggenda per le sue disavventure, aveva così piacevolmente sorpreso da convincere Apple TV+ a rinnovarla. In modo altrettanto rocambolesco, però, si è trovata all’improvviso tra le serie cancellate. Secondo il tabloid inglese The Sun, il protagonista Noel Fielding non sarebbe rientrato sul set dopo le feste natalizie. Il servizio streaming si è visto quindi costretto a cancellare la serie, nonostante le riprese dei nuovi episodi fossero già a buon punto.

Arcane (Netflix)
Tra molti fan del videogioco League of Legends si è diffusa la convinzione che il suo adattamento televisivo sia stata cancellato. La stessa casa produttrice Riot Games ha confermato però che il progetto prevedeva fin dall’inizio due stagioni. Una possibile spiegazione a questa scelta è che i costi molto elevati della serie non avrebbero permesso di produrre un numero maggiore di stagioni (si è parlato anche di una certa inesperienza di Riot Games nella gestione dei fondi). Resta il fatto che Arcane abbia avuto un indiscusso successo, collocandosi tra le migliori trasposizioni videoludiche mai viste finora.
Good Omens (Prime Video)
Al contrario di quanto accaduto con Dead Boy Detectives, non ci sono dubbi che la sorte di Good Omens sia stata determinata dai recenti problemi legali di Neil Gaiman. La serie fantasy non è stata cancellata ma, anziché finire con una terza stagione, come annunciato inizialmente, si concluderà con un unico episodio lungo circa 90 minuti. Nel tentativo di evitare ripercussioni sulla serie, Gaiman si era ritirato dal ruolo di showrunner e produttore esecutivo. Tuttavia, Amazon ha deciso comunque di ridurla.
The Sandman (Netflix)
Tra i progetti che coinvolgevano Neil Gaiman, quello di The Sandman era rimasto uno dei pochi ancora in corso. Pochi giorni fa Netflix ha annunciato che si concluderà con la seconda stagione – in uscita nel corso di quest’anno – sebbene per lo showrunner Allan Heinberg ci sarebbe stato materiale a sufficienza per proseguire. Non è chiaro se le accuse a Gaiman abbiano influito sulla decisione ma, secondo alcune fonti, Netflix aveva già deciso da tempo che la serie – parecchio costosa – avrebbe avuto solo due stagioni.
Manuale per morire da sola (Disney+)
Alle serie tv cancellate si è aggiunta di recente anche Manuale per morire da sola, la comedy creata e interpretata da Natasha Rothwell, dove una donna molto sola cerca di cambiare la sua vita dopo aver rischiato di morire in modo maldestro. Disney+ ha deciso di non rinnovarla, nonostante fosse stata piuttosto apprezzata. Rothwell ha dichiarato di voler cercare un acquirente che sia disposto a salvare la serie.
Le altre serie tv cancellate nell’ultimo anno
American Born Chinese (Netflix)
Halo (Paramount+)
Life & Beth (Hulu)
Outer Range (Prime Video)
Pretty Little Liars (Max)
Schmigadoon! (Apple TV+)
Station 19 (ABC)
That 90’s Show (Netflix)
The Old Man (FX)
The Serpent Queen (Starz)
Time Bandits (Apple TV+)
UnPrisoned (Hulu)
Unstable (Netflix)
Vikings: Valhalla (Netflix)