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Guida completa al rewatch di ‘La casa di carta’

Poche sono le serie tv con potenzialità da fenomeno globale. Ancora meno sono quelle con passaporto europeo che riescono a diventare tali. E nel caso il circolare insistente di maschere di Salvador Dalí e tute rosse non ne fosse indizio abbastanza eloquente, La casa di carta è tra queste. Perché oltre all’idea originale e all’esecuzione insolitamente adrenalinica per un prodotto non americano, non ha mai rinunciato alla sua forte identità spagnola (come invece titoli parenti han fatto).

Il problema, però, è che consapevole del suo brodo gustoso ha voluto allungarlo un po’ troppo, aggiungendo momenti innecessari e rilanci improbabili da telenovela che ne indeboliscono la tensione.

Se l’avete abbandonata dopo pochi episodi, ma vorreste darle una seconda chance in vista della terza parte – che arriva su Netflix il 19 luglio e dal trailer pare decisamente meno blanda – questa guida corre in vostro aiuto per scansare i momenti superflui. E anche se l’avete già vista e ne siete fan, un ripasso (senza perdite di tempo) non fa mai male.

La casa di carta

La casa di carta Quanto tempo hai per vederla?

– Soltanto un’ora: 1 episodio
– Una manciata di ore: 3 episodi
– Una serata: 5 episodi
– Mezza giornata (o due serate): 8 episodi
– Illimitato: per tutti gli episodi, i contenuti extra e magari qualche altra telemaratona (qui ci son tutte e chissà che non ve ne manchi qualcuna)

Se invece sei ancora indeciso, c’è un’infografica che le riassume tutte.

La casa di carta, in breve

La casa di carta (o La casa de papel, o Money Heist) ha dato la spinta decisiva al salto internazionale della serialità spagnola. Álex Pina – lo stesso de Il molo rosso – l’ha scritta nel 2017 per la rete spagnola Antena 3, prima che la solita Netflix arrivasse ad accaparrarsela e a farne un fenomeno da International Emmy Award.

La trama è una declinazione accattivante e dall’insolito spirito partigiano del crime dei colpi grossi: un gruppo di criminali con tuta rossa e volto coperto da una maschera del pittore Dalí assalta la zecca nazionale di Madrid con l’obiettivo di stampare giusto qualche miliardo di euro e poi togliere il disturbo (“Non stiamo rubando nulla, solo il tempo della polizia” dicono). A coordinarli dall’esterno c’è la mente di tutto, il serafico Professore (Álvaro Morte), mentre all’interno l’insensibile Berlino (Pedro Alonso) capitana la banda – i cui componenti hanno nomi di città – composta dalla selvatica voce narrante Tokyo, (Úrsula Corberó), dall’informatico Rio (Aníbal Cortés), dal ridanciano Denver (Jaime Lorente) e dal padre Mosca (Paco Tous), dalla femminista Nairobi (Ágata Jiménez) e dagli omaccioni serbi Oslo (Roberto Garcia Ruiz) e Helsinki (Darko Peric).

Naturalmente, più passano i giorni più il piano svia dalle previsioni, a causa dei fantasmi molto umani dei rapinatori, di ostaggi intraprendenti e della pressione dovuta alle indagini dell’ispettrice Raquel Murillo (Itziar Ituño).

Dalla versione originale – formata da 15+6 episodi da circa settanta minuti – Netflix ha preferito ricavare una prima parte da 13 e una seconda da 9 episodi più brevi, omettendone i titoli. La resa comunque cambia poco e se non siete amanti della vecchia serialità intricata potrebbe snervarvi con il suo continuo rilanciare colpi di scena rimandando lo scoppio della tensione fino all’inverosimiglianza. Non temete però di optare per le scorciatoie: ciascuna puntata riparte sempre da un riassunto della precedente.

La casa de papel Denver

Gli episodi da vedere senza perdere tempo

Mi accontento di 1 episodio

Stagione 1, episodio 1
Durata della telemaratona: 47 minuti totali

Stavolta si inizia dall’inizio e se con le telemaratone non avete confidenza la penserete un’ovvietà. Eppure capita davvero di rado che la puntata pilota sia la migliore e anche la più utile per capire la serie. Mentre segue l’avvio di rapina, Episodio 1 (1×01) presenta con rapidità adrenalinica trascorsi, indole e fantasmi di buona parte dei personaggi, ostaggi compresi. Questo è il biglietto da visita perfetto con cui La casa di carta ha mostrato al mondo seriale – specialmente americano – di essere europea, sì, ma tosta; anche perché se i suoi rapinatori violano pronti e via la prima regola del loro codice, chissà cosa ci si dovrà aspettare poi. E volendo, da questo caloroso benvenuto potreste saltare direttamente alla nuova stagione.

Bienvenidos La casa di carta

Voglio saperne di più, guardo 3 episodi

Stagione 1, episodi 1, 12
Stagione 2, episodio 9
Durata della telemaratona: 2 ore e 13 minuti totali

Se ritenete inammissibile passare a un nuovo capitolo senza aver visto il finale precedente aggiungete Episodio 9 (2×09), la conclusione abbastanza concitata della seconda parte. Non ve ne accorgeste dalle evoluzioni esagerate, che sia la momentanea fine della resistenza e della rivincita sul sistema lo sbandiera anche il titolo originale, Bella ciao, di certo non inteso come saluto piacione.

Prima, però, si consiglia di guardare Episodio 12 (1×12), che è l’esatto punto intermedio della storia, quello in cui scoppia il caos e le dinamiche si invertono. E poi – oltre a capire da provenga l’idea di rapinare la zecca di stato – si ottiene un insegnamento importante: mai tentare di uccidere qualcuno con le forbici dalla punta arrotondata, non funziona. Ma questo, se siete stati discepoli di Giovanni Muciaccia, già dovreste saperlo.

Bella ciao gif

Mi sto appassionando, guardo 5 episodi

Stagione 1, episodi 1, 11, 12
Stagione 2, episodio 8, 9
Durata della telemaratona: 3 ore e 44 minuti totali

Considerando che viste le due puntate sopra potrebbe sorgervi qualche domanda, un passo indietro per ciascuna sarebbe utile per schiarirvi le idee. Episodio 11 (1×11) mostra il progressivo rompersi di tutti gli equilibri da cui si è originato il caos e si prende pure qualche ansimante minuto per sviluppare una dimostrazione telenovelica della sindrome di Stoccolma. Episodio 8 (2×08) è invece il completamento del finale, insieme al quale nella versione originale forma un’unica puntata, assumendo molto più senso. Per i sensibili, inoltre, si segnala qui un allarme lacrima.

Denver dancing gif

Ormai ci sono dentro, guardo 8 episodi

Stagione 1, episodio 1, 11, 12, 13
Stagione 2, episodio 4, 5, 8, 9
Durata della telemaratona: 6 ore e 11 minuti totali

Il tempo che vi avanza potreste dedicarlo alla conclusione della prima parte, Episodio 13 (1×13), che un vero e proprio finale non è – lo si capisce – e per creare un po’ di tensione si trastulla con le sorti del Professore.

Le altre due puntate degne di nota sono poi Episodio 4 (2×04) ed Episodio 5 (2×05), tra le migliori dell’intera serie, che qui si risveglia dal torpore della ripetizione. I poli femminili del racconto rialzano la testa, il Professore inciampa (finalmente) e c’è una curiosa battaglia mediatica tra banda e polizia per strappare il ruolo di vittime buone agli occhi del popolo (vi suona nuova?!). Inoltre – nel primo dei due – Nairobi mette il suo lapidario dono della sintesi al servizio di un utilissimo riassunto delle puntate precedenti.

Nairobi empieza el matriarcado gif

Sono un ossessivo seriale, guardo tutti gli episodi

2 parti, 22 episodi
Durata della telemaratona: 16 ore e 39 minuti totali

Ventidue episodi di durata ragionevole non sono poi tanti: una manciata al giorno (o un binge-weekend) e la missione recupero si completa rapidamente. Sarà meglio tenere a mente, comunque, che Episodio 5 (1×05), pur non dei più entusiasmanti, recupera molti punti nell’ultima scena (didascalia: “Un Dalì sta puntando all’altro”), mentre in quello successivo, Episodio 6 (1×06), c’è un godibile tutorial su come estrarre una pallottola, dovesse mai servirvi.

L’altro Episodio 6 (2×06), invece, un occhio di riguardo non lo meriterebbe affatto, causa brividi non pervenuti e super salto dello squalo. Ma la questione è che il suo pezzo di trama infila una sequela di eventi molto importanti, ai quali una sbirciatina forse conviene darla.

La casa di carta Professore gif

Posso saltare gli episodi peggiori?

Dei vari momenti superflui, tre sono quelli davvero scansabili. Il primo è senza dubbio Episodio 8 (1×08), che non manca di svolte significative, ma ci arriva con molta flemma e passando per un innecessario bacio saffico di cui abbastanza si è parlato. Gli altri due da bollino rosso (o quasi) sono Episodio 3 (2×03) ed Episodio 7 (2×07), se volete evitare che la vista di Raquel mentre per la milionesima volta si lascia sfuggire il Professore vi procuri un crollo nervoso.

Tokyo Úrsula Corberó Gif

Mi avanza del tempo, c’è qualche contenuto extra?

Fatta eccezione per qualche approfondimento curioso (come quello del Post su come la metafora antisistema della serie non sia molto piaciuta al governo turco) e una parodia gradevole (Casa de Nonna, su YouTube), non molti sono i contenuti extra degni di nota.

E allora, se siete arrivati fin qui riuscendo a preservare qualche molecola di adrenalina, potreste provare a dare un’occhiata a questi tre titoli che con La casa di carta hanno qualcosa da spartire:

Prófugos
È un action thriller cileno trasmesso da HBO Latin America nel 2011 e segue la fuga abbastanza movimentata di un gruppo di litigiosi trafficanti di droga ai quali è andata storta una consegna molto importante. La prima delle due stagioni potete vederla su Walter Presents (disponibile su Dplay Plus, che concede 14 giorni di prova gratuita) ed è più cruda di La casa di carta. Qui ne trovate la scheda completa.

Black Mirror: Smithereens
È il secondo dei tre episodi della quinta stagione di Black Mirror rilasciata da Netflix lo scorso giugno. Per 70 minuti segue la vicenda rocambolesca di un autista londinese di car sharing (Andrew Scott) che rapisce un dipendente di una compagnia di social media con un obiettivo ben preciso. Ovviamente nulla va come previsto e si scatena pure una crisi internazionale. Se poi vi piace, sugli altri episodi della serie c’è una telemaratona ad hoc.

Evil Genius
È una miniserie true-crime (un documentario di poche puntate, ovvero) che parte dal racconto della “rapina più diabolica d’America” per poi inanellare una sequela di storie e di personaggi che hanno dell’assurdo. L’hanno coprodotta i fratelli Duplass (quelli di Togetherness, Animals e Room 104) e si compone di quattro episodi da vedere in 3 ore.

Tutte le telemaratone in un’infografica

Sfondo copertina: Freepik

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