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L’aborto spontaneo è un lutto

Dopo aver approfondito l’interruzione volontaria di gravidanza, completiamo il discorso sull’aborto parlando di quello spontaneo.

Nello scorso episodio ci eravamo focalizzate sull’aborto volontario, per capire gli stati d’animo che accompagnano a questa scelta e quelli che invece si manifestano nel periodo successivo. E avevamo visto anche quanto incide il contesto culturale come pure il passato familiare, provando poi a delineare come stare vicino a una persona che abortisce.

Stavolta faremo lo stesso, ma spostandoci sull’aborto spontaneo, quindi su quei casi dove una gravidanza si interrompe non per volontà della persona, ma per cause fisiche, naturali.

È una situazione che hanno vissuto molte più donne di quando si pensi. Eppure, di frequente si è convinte di essere le uniche: il fatto che si parli poco di aborto causa vergogna o paura di non essere capite, mentre le persone attorno non sempre sanno come essere d’aiuto, anche se magari lo vorrebbero. Di conseguenza, si finisce spesso per tenere per sé i propri stati d’animo e affrontare il lutto da sole, con il rischio che elaborarlo diventi un processo ancora più doloroso.

Proviamo a capirlo meglio con l’aiuto di Desperate Housewives, che ha appena compiuto vent’anni e nel corso delle sue tante stagioni ha rappresentato più volte situazioni di aborto spontaneo, raccontando in modo piuttosto autentico le reazioni delle sue protagoniste.


In questo episodio
  • Cos’è un aborto spontaneo
  • Desperate Housewives e l’aborto vissuto in silenzio
  • L’impatto psicologico di un aborto spontaneo e il senso di solitudine
  • Quali sono le reazioni psicologiche successive a un’aborto volontario
  • E se non ho avuto sensi di colpa?
  • Perché non si parla di aborto
  • Il “convenient miscarriage” nelle serie tv
  • Come si può affrontare la fine di una gravidanza

Per approfondire

TV Therapy è il podcast che unisce psicologia e serie tv. Ogni sabato usiamo una serie diversa per affrontare un diverso argomento psicologico, con l’obiettivo di provare a capire meglio noi stessi, le nostre emozioni, le relazioni e i nodi che ci attanagliano ogni giorno. Proprio come accade in una seduta di TV Therapy, la prima terapia di gruppo con le serie tv. Scoprila qui

A cura di
Alessia Romanazzi, psicologa e psicoterapeuta
Giorgia Romanazzi, writer specializzata in televisione e linguaggi dei media

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