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Retelly

«Devi avere un bel cappotto, se vuoi fare il detective»

Idris Elba, protagonista di "Luther"

Tellyst è un posto che le serie tv vorrebbe raccontarle come si deve. Ci sono recensioni, spiegoni, nuove scoperte e cose molto vecchie, guide al binge watching, frasi da segnarsi, inquadrature belle, e pure un po’ di notizie. Senza cadere nei soliti banalismi e nemmeno gasarsi troppo. Che poi tutte le serie sembrano imperdibili, e non si sa cosa scegliere.

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Di Caterina de' Medici, si dice fosse algida, supe Di Caterina de' Medici, si dice fosse algida, superstiziosa, vendicativa, e neppure troppo aggraziata. La sua ultima versione televisiva non ha tentato neanche per sogno di raddrizzarne la percezione.

"The Serpent Queen" - il nuovo drama in costume di Starz - è una serie visibilmente orgogliosa della perfidia della sua regina. Tant'è che all'inizio di ogni episodio la si vede, avvolta in uno spinoso abito nero dalla cui gonna strisciano fuori serpenti, accomodarsi su un trono drappeggiato di verde e stringerne i braccioli alla Frank Underwood, con un sottofondo di note rock.

Di Caterina de' Medici bisogna infatti aver paura. O almeno, questa è la corazza che lei stessa si è costruita dopo essere stata catapultata dalle preghiere di un monastero fiorentino alle macchinazioni della corte cinquecentesca francese. Per poterla scalfire e guardarle dentro c'è però un modo: pararle davanti un derelitto, qualcuno che sia l'ultima ruota del carro sociale, esattamente come lo fu lei prima di diventarne la prima.

Il derelitto scelto dalla serie è una giovane della servitù che le colleghe s'industriano per inguaiare, spingendola di fatto sotto l'ala di Caterina. La quale, mentre le mostra modi piuttosto rabbiosi per farsi rispettare (far esplodere prodotti da forno, per dirne una), le racconta tutta la sua storia: l'infanzia da orfana, le nozze 14enne con Enrico II, combinate con la promessa di generare eredi, le infedeltà di lui, il panico per le gravidanze mancate di lei (poi ne ce ne saranno dieci).

Nel progressivo passaggio dalla versione adolescenziale a quella adulta (che ha l'enigmatico volto di Samantha Morton), Caterina impara a navigare tra mire, tumulti e sadismi di corte. "The Serpent Queen" li mette in scena con fare tragicomico, personaggi grotteschi, esecuzioni raccapriccianti, e le frequenti occhiate in camera che rivelano le intenzioni malvagie della sua protagonista, procurando soggezione.

«E tu, cosa avresti fatto di diverso?» chiede Caterina dalla locandina. Mezzo ghigno e occhi così stretti che defilare in fretta lo sguardo è l'unica opzione.

📺"The Serpent Queen" esce l'11 settembre su Starzplay
⏱8 episodi settimanali da circa 50 minuti
Una delle poche cose che ci accomunano quasi tutti Una delle poche cose che ci accomunano quasi tutti è che quasi nessuno di noi ha mai conosciuto un mondo dove Elisabetta II non fosse regina. 

A cambiare sono soltanto i pezzi del suo lunghissimo regno che ne compongono l'immagine nelle nostre diverse memorie. C'è chi la ricorda meglio giovanissima, incerta e appena incoronata; chi la ricorda austera e criticata dopo la morte della principessa Diana; e chi la ricorderà come la regina che beveva il tè con l'orso Paddington, idolo dei bambini.

Ognuno di questi pezzi è stato immortalato e raccontato dai media, facendo di Elisabetta (e con lei la sua famiglia) la prima monarca britannica a diventare un personaggio televisivo mentre ancora in vita. E, in quanto personaggio televisivo, Elisabetta è stata una costante, un posto sicuro su cui puntare lo sguardo quando il mondo intorno si faceva mutevole e precario. 

Il tempo ha fatto senz'altro il lavoro più grande: settant'anni di regno sono un'enormità. Ma è difficile non pensare che "The Crown" non abbia contribuito. Perché, se gli alti e i bassi dei reali britannici erano una soap opera già bella pronta all'uso, la serie Netflix è stata forse l'unico videoracconto a prendersi la briga di ripercorrerla fin dall'inizio, mettendo insieme tutti i singoli pezzi.

Decennio dopo decennio, "The Crown" ha mostrato come, per quanto abituati alla sua presenza, della regina Elisabetta abbiamo sempre saputo poco e niente. Non è chiaro dove la realtà lasci il posto alla finzione (il creatore Peter Morgan l'ha definita una «speculazione informata»), ma gli episodi hanno restituito una sovrana umanizzata, la cui solidità si è costruita sulle insicurezze, sulla paura costante di essere messa in ombra - non per narcisismo, bensì per senso di inadeguatezza. 

Ma soprattutto, "The Crown" ha dato una misura di quanta frustrazione procuri l'essere esposti alle emozioni più potenti, infide, ripugnanti, e avere il dovere di controllarle per preservare l'equilibrio altrui. «Non fare niente è il lavoro più difficile di tutti» le dice nonna Mary nella prima stagione. «Essere imparziali non è naturale, non è umano».

🔍 BBC,IndieWire
Nel secondo episodio di "House of the Dragon", dop Nel secondo episodio di "House of the Dragon", dopo aver appreso con sportività nulla di non essere l'erede al trono prescelto, il principe Daemon Targaryen si dà alle azioni dimostrative: ruba un uovo di drago dai possedimenti reali e lo porta nel suo cupo castello, per donarlo - dice bluffando - al figlio che avrà da una prostituta appena sposata.

Quando però al suo cospetto si presenta un plotone reale piuttosto stizzito per l'infantile provocazione, Daemon giochicchia con l'uovo passandoselo da una mano all'altra, prima di restituirlo disinvolto con un lancio da giocatore di rugby.

Vista la scena, alcuni spettatori si sono chiesti se non fosse incauto maneggiare in tal modo un uovo di drago. E poiché i draghi del "Trono di Spade" sono stati disegnati traendo ispirazione sia da specie di rettili che di uccelli, il sito di informazione Vox ha girato la domanda alla ricercatrice Vicky Zhuang, che è un'erpetologa (studia cioè i rettili), ma ha anche ottime competenze in ornitologia.

Se i draghi di Westeros fossero discesi solo dai rettili, ha spiegato Zhuang, per l'uovo rubato le cose si sarebbero messe maluccio. La maggior parte delle uova di rettile ha un guscio morbido, il che le rende piuttosto sensibili a ogni rotazione o movimento. Le uova di uccello, invece, non solo hanno un guscio più duro, ma contengono anche dei filamenti interni (le calaze) che ancorano il tuorlo all'involucro del guscio, fungendo da cintura di sicurezza.

Se si riflette sulla forma delle uova di drago, poi, le cose si fanno più rosee: il rivestimento squamoso ricorda quello delle pigne, mentre le grandi dimensioni sono simili a quelle delle uova di struzzo, il cui guscio è così duro da poter reggere il peso di una persona. La vera prova della loro resistenza, comunque, è che 200 anni dopo le uova di drago usciranno indenni dai movimentati viaggi di Daenerys Targaryen. In conclusione, secondo Zhuang, lo scenario più probabile è che il piccolo drago sopravviverebbe al lancio, ma lo scuotimento potrebbe causare qualche problema di sviluppo. Si può circolare per Westeros con un uovo di drago sottobraccio, insomma, ma usarlo come palla da rugby non è affatto una buona idea.
Il corrispettivo italiano dell'universo Marvel è Il corrispettivo italiano dell'universo Marvel è una serie tv per adolescenti e si chiama Skam. Non ci sono supereroi, ma c'è la stessa supereroica abilità nel pescare volti dalla mischia di personaggi sullo sfondo e rivelarne le storie che si tenevano dentro fin dal principio.

La stagione numero cinque - quella di rottura con l'originale norvegese, che si era fermata alla numero quattro - rivela la storia di Elia, uno che sullo sfondo se n'era sempre stato comodo, cerchio argenteo all'oreccho e chiodo marrone passepartout, a frequentare aule, case, discoteche, ragazze, con una leggerezza estranea ai suoi rimuginanti compagni di serie.

La leggerezza di Elia, si scopre però, è un dovere, un obbligo autoimposto. Perché se sei considerato il più figo, quello a cui basta un sorriso (e il fascino del ripetente) per far mettere in coda nuove pretendenti, poi non puoi mica dire che il tuo pene non ha le dimensioni che tutti dicono servano a soddisfarle. Conviene allora fingersi disinteressati, imprendibili. Avvicinarsi abbastanza da essere visti, ma non così tanto da essere scoperti.

Come suo tipico - ormai il pattern si conosce - la serie mette sulla strada di Elia una persona per cui l'istinto è sicuro valga la pena di farsi scoprire. E, per avviarne il percorso, gli episodi scavano nelle stagioni precedenti, danno una spiegazione alla sfuggevolezza del personaggio, restituendo un tessuto di dolore, paure, ansie, senso di inadeguatezza su cui lavorare e farsi aiutare.

Anche stavolta (e forse un po' di più: ci vuol poco a scivolare su un argomento del genere), "Skam Italia" lo fa con una sensibilità preziosa, mai sfigata, da servizio pubblico fuori dal servizio pubblico. Con la sua capacità di far percepire i suoi ragazzi prima grandi e poi piccoli da far tenerezza. Con il suo raro talento nel lanciare mille messaggi di educazione sociale, sessuale e sentimentale mantenendo un'asciuttezza di parole. Che chissà che magari non risuonino anche nell'ottusa testa di chi, saputo il tema di stagione, s'è affrettato a deriderlo ancora prima di conoscerlo.

📺 “Skam Italia” è su Netflix
⏱ 10 episodi da 21-30 minuti
Nelle 24 ore successive alla loro uscita, i primi Nelle 24 ore successive alla loro uscita, i primi due episodi del "Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere" sono stati visti da 25 milioni di spettatori in tutto il mondo.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Amazon (e di conseguenza diversi giornali) lo hanno definito un risultato che ha battuto «tutti i record precedenti, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video».
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Ma quali sono i record precedenti? E cosa s'intende per "spettatori"?
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Nel mondo dei servizi streaming, stimare con precisione il successo di una serie tv è un'operazione piuttosto complicata: i dati vengono raccolti dalle stesse piattaforme e con metodi di rilevazione diversi; inoltre di rado sono resi pubblici, e quando ciò accade vengono comunicati come straordinari anche se non sempre lo sono.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Amazon non fa eccezione. Così, per quanto "Gli Anelli del Potere" sia una serie indubbiamente già molto popolare e per certi versi rivoluzionaria, l'unico dato che abbiamo per valutarne il successo concreto lascia qualche dubbio. Per poterlo capire davvero, bisogna prima contestualizzarlo.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
👆🏼 Fai scorrere il dito sulle immagini per approfondire.
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#glianellidelpotere #ilsignoredeglianelli #theringsofpower #lordoftherings #amazon #primevideo #streaming #dataanalytics
👀 Le uscite da tenere d'occhio nei prossimi gio 👀 Le uscite da tenere d'occhio nei prossimi giorni (è un settembre affollato 💪🏼):
 
Mercoledì 7 - "Harry Palmer - Il caso Ipcress" 🕵️‍♂️
(Sky Atlantic e Now)
Una serie di spionaggio ambientata nel 1963, durante la Guerra fredda, dove Joe Cole interpreta un truffaldino sergente britannico a cui viene offerta una via per evitare il carcere: indagare sotto copertura sulla scomparsa di uno scienziato nucleare.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Giovedì 8 - "Wedding Season" 👰‍♀️
(Disney+)
Una commedia nera britannica sulla fuga rocambolesca di una sposa con un uomo appena conosciuto. Obiettivo: dimostrare di non aver avvelenato il marito di lei e la sua famiglia, proprio il giorno del loro matrimonio. 
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Giovedì 8 - "Pistol" 🎸
(Disney+)
Una miniserie che racconta la nascita e l'ascesa al successo dei Sex Pistols, attraverso lo sguardo del loro fondatore e chitarrista Steve Jones. La regia è di Danny Boyle ("Trainspotting").
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Venerdì 9 - "Cobra Kai 5" 🥋
(Netflix)
I nuovi episodi della serie sequel di "Karate Kid", che vedranno Daniel LaRusso rivolgersi a una vecchia conoscenza per fermare le mire del cattivo Terry Silver, intenzionato a imporre il suo stile di karate come l'unico della San Fernando Valley.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Domenica 11 - "The Serpent Queen" 🐍
(Starzplay)
Un drama in costume che ripercorre - in maniera piuttosto cupa e grottesca - mire, tumulti e sadismi della vita di Caterina de' Medici alla corte di Francia.
____
#cobrakai #pistol #theserpentqueen #harrypalmer #theipcressfile #weddingseason #starzplay #netflix #disneyplus #skyitalia #serietv #streaming #whattowatch
Tra i territori sovrappopolati della serialità te Tra i territori sovrappopolati della serialità televisiva ce n'è uno poco esposto, ma assai fertile, che da quasi un decennio dà di che guardare agli appassionati di quelle storie longeve che ormai non si producono quasi più, dove le trame si intrecciano fino a diventare inestricabili e i personaggi vanno e vengono calpestando anche il limite della mortalità.

Gli americani lo chiamano "Power-verse", come si fa con l'universo marvelliano. Perché nel ceppo delle sue sei stagioni, andate in onda tra il 2014 e il 2020, la serie crime "Power" ha stipato così tante trame e personaggi da poter generare una landa televisiva pressoché sconfinata.

Dei tre spin-off prodotti finora si dice però che solo uno conservi tutta l'essenza della serie originale. "Power Book III: Raising Kanan" si sposta nel Queens degli anni Novanta per focalizzarsi - lo dice il titolo - sull'adolescenza di Kanan Stark, lo spietato spacciatore in precedenza interpretato dal rapper e co-produttore 50 Cent.

Il vantaggio di essere ambientata in un tempo diverso dà alla serie una grande autonomia. Così, dopo aver trascorso la prima stagione ad assettare per bene il contesto storico - quello appesantito dalla peggiore epidemia di crack della storia statunitense, ma leggendario per la musica hip hop e R&B - "Raising Kanan" è ora pronta per mostrare come il suo giovane, esitante protagonista sia diventato un cattivo molto cattivo.

Nessuna metamorfosi, infatti, avviene da sé. E sull'esempio di "Power" i nuovi episodi (in uscita oggi) funzionano grazie a un continuo aggrovigliarsi di pessime dinamiche famigliari. Anche perché, la porta di ingresso di questo percorso di educazione criminale è una madre che elargisce carezze, maneggia segreti, preme grilletti senza esitazione, e da un palazzo newyorkese vuol costruire un impero dello spaccio. Prendendosi, con sforzo nullo, anche il ruolo da protagonista che spetterebbe al figlio. 

📺 "Power Book III: Raising Kanan" è su Starzplay 
⏱20 episodi da 50-60 minuti

📷 @Starzplay
Gli episodi di TV Therapy stanno ormai diventando Gli episodi di TV Therapy stanno ormai diventando piuttosto numerosi, perciò abbiamo deciso di dividerli in sette maratone tematiche.

Ce n’è una che parla di blocchi, un’altra di relazioni, e pure una con i nostri episodi preferiti. Tutte da ascoltare a seconda dei propri bisogni (e del proprio umore), come si fa con le playlist dell’estate😎

🎧 TV Therapy si trova su Spotify, Spreaker e sulle altre principali piattaforme di podcast
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#tvtherapy #podcast #psicologia #serietv #psicoterapia
Una delle più evidenti evoluzioni televisive dell Una delle più evidenti evoluzioni televisive dell'ultimo decennio è il graduale dissolversi della ritualità stagionale.
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Se prima l'estate serviva a prendersi una pausa dalle serie tv, rimettersi in pari con quelle arretrate o guardare riempitivi leggeri, adesso viene scelta da canali e servizi streaming per far debuttare titoli di grande peso. Soltanto ad agosto, per intenderci, quest'anno usciranno l'adattamento di uno dei migliori fumetti di sempre e lo spin-off del "Trono di Spade", una nuova serie Marvel e un'altra di "Star Wars". 
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Su tellyst.com è uscita una piccola guida di mezza estate alle serie tv (e alle loro alternative) da vedere in base ai propri bisogni. Compreso anche un paio di opzioni per chi proprio, di accendere la tv, non ne vuole sapere fino alla fine della stagione.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
👉🏼 Per leggerle tutte basta cliccare sul link in bio.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
⚠️ Da oggi la pagina di Tellyst rallenterà un po', per poter lavorare a nuove idee e contenuti (e fare anche maratone spensierate). Le notizie importanti, le serie da vedere giorno per giorno, il quiz della domenica e i contenuti di TV Therapy però non andranno in vacanza.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
🏖 Buona estate e buona visione!
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#serietv #estate2022 #houseofthedragon #andor #thesandman #irmavep #marefuori #badsisters #uncoupled #shehulk #papergirls #streaming
Per l’industria audiovisiva, il mercato editoria Per l’industria audiovisiva, il mercato editoriale è diventato un bacino sempre più prezioso da cui attingere nuove idee.

In un contesto tanto affollato e competitivo, infatti, la possibilità di sfruttare l’originalità e la popolarità di opere letterarie e a fumetti fornisce ai produttori maggiore sicurezza sul potenziale successo dei loro progetti.

Ecco nove titoli piuttosto noti da leggere prima che arrivino in tv (fatta eccezione per “Paper Girls”, che uscirà domani).

📚 Quali vi ispirano di più? Ne avete già letto qualcuno? Ci sono futuri adattamenti da aggiungere a questa lista?

Se vi va, scrivetelo nei commenti👇 
____
#libridaleggere #serietv #bookadvisor #tolkien #orianafallaci #sandman #papergirls
👀 Le uscite da tenere d'occhio nei prossimi gio 👀 Le uscite da tenere d'occhio nei prossimi giorni (settimana molto interessante 🧐):
 
Martedì 26 - "Santa Evita" ⚰️
(Disney+)
Una miniserie co-prodotta da Salma Hayek, che racconta la storia del corpo imbalsamato della first lady argentina Evita Perón, tenuto nascosto per quasi due decenni dopo il colpo di stato del 1955.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Venerdì 29 - "Uncoupled" ❤️‍🩹
(Netflix)
Una commedia romantica dal creatore di "Sex and the City", dove Neil Patrick Harris è un uomo che deve riprendere confidenza con la vita da single dopo essere stato lasciato dal compagno di lunga data.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Venerdì 29 - "Paper Girls" ⌛️
(Prime Video)
L'adattamento dell'omonimo fumetto di fantascienza ambientato negli anni Ottanta. Al centro della storia ci sono quattro ragazzine che si trovano coinvolte in un complicato conflitto, vedendosi costrette a viaggiare nel tempo e a confrontarsi con le versioni future di sé.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Venerdì 29 - "Surface" 🧠
(Apple TV+)
Un thriller con protagonista una donna che, dopo un tentato suicidio che le ha provocato gravi vuoti di memoria, tenta di mettere insieme gli eventi precedenti all'accaduto. Non tutte le persone attorno a lei, però, sembrano essere disposte a far emergere la verità.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Domenica 31 - "Queer as Folk" 🏳️‍🌈
(Starzplay)
Un drama ispirato all'omonima serie dei primi anni Duemila, che rivoluzionò il racconto dell'omossessualità sulla tv americana. Gli episodi seguono un gruppo di amici molto eterogeneo, alle prese con gli strascichi emotivi di una tragedia avvenuta in un locale queer di New Orleans.
____
#santaevita #uncoupled #neilpatrickharris #surface #papergirls #queerasfolk #appletvplus #netflix #disneyplus #primevideo #serietv #streaming #whattowatch
Dopo essersi tenuta lontana per 15 anni, e con un Dopo essersi tenuta lontana per 15 anni, e con un certo orgoglio, dalle logiche pubblicitarie della tv lineare, Netflix ha dovuto rivedere la propria posizione in maniera pressoché radicale: nei primi mesi del 2023 il servizio streaming passerà a un modello basato in parte sull'advertising.

Per l'azienda si tratta di un passaggio piuttosto delicato. Non solo perché ha costruito buona parte della sua attrattiva sull'assenza di pubblicità, ma anche perché, a differenza delle altre piattaforme, sta per entrare in un mondo nel quale ha un'esperienza quasi nulla.

Come sarà quindi la pubblicità su Netflix?

Per prima cosa, non sarà visibile a tutti. Netflix introdurrà un nuovo piano di abbonamento più economico delle tre tariffe già esistenti, il quale prevede la presenza di pubblicità. Gli utenti che non vorranno vederla, quindi, dovranno solo mantenere l'abbonamento sottoscritto finora.

Per quel che riguarda l’integrazione della pubblicità ai contenuti, invece, si sa poco. L'azienda si trova ancora in una fase esplorativa e sta vagliando nuove tecniche di video advertising insieme a Microsoft, a cui ha deciso di affidarsi per la costruzione dell'offerta pubblicitaria.

Quel che sembra abbastanza certo, comunque, è che Netflix non sceglierà la via dei fastidiosi spot che interrompono la visione. La sua intenzione dichiarata è di creare un modello pubblicitario che sia poco invasivo e armonico, quasi al punto da non distinguere l'intrattenimento dalla pubblicità.

Nel farlo, Netflix dovrà tuttavia tenere in considerazione alcuni nodi: i contenuti dovranno valere la pena di "sopportare" la pubblicità per essere visti; gli investitori avranno bisogno di dati più trasparenti di quelli forniti finora; l'azienda dovrà contenere una potenziale fuga degli utenti verso il piano più economico e capire, anche in base ai diritti, a quali contenuti applicare la pubblicità. 

Se però, spiega Lelio Simi, Netflix saprà coordinare la sua eccellente anima creativa e la capacità di maneggiare enormi quantità di dati sui suoi utenti, potrebbe aprire una nuova fase per l’industria pubblicitaria. Proprio come ha fatto per quella televisiva.

🔍 Variety, Mediastorm, IndieWire
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