Apple TV+Recensioni

“Tierra de mujeres” è una piccola delizia

Piccola postilla prima di iniziare: questa recensione si basa su tutti i sei episodi di “Tierra de mujeres – Intrecci di vite”.

Se parlasse italiano Tierra de mujeres sarebbe una fiction generalista. Una di quelle dove Sabrina Ferilli (o chi per lei) è una snob romana di mezza età che, lasciata a piedi dal marito, è costretta a ricominciare da zero nella campagna sperduta e Luca Argentero (o chi per lui) è il contadino ruvido ma fascinoso che le insegna cos’è la vita vera. Invece si dà il caso che la serie ispirata al romanzo di Sandra Barneda sia finita nelle mani di Apple TV+. Perciò parla inglese – e anche un bel po’ di quella lingua dall’esotismo infuso che è lo spagnolo – ha come protagonista Eva Longoria, e riesce a convincerti che valga la pena di vederla nonostante l’accumulo di cliché la renda prevedibile già all’avvio. O forse, proprio questo è il motivo.

La premessa è semplice: Longoria è Gala, una casalinga che, alla partenza della figlia per il college, affronta la sindrome del nido vuoto con i mezzi consolatori più consoni alla moglie di un Mr. Big newyorkese: aprendo una vineria prestigiosa. La sera dell’inaugurazione, però, le si parano davanti due tizi che di prestigioso hanno ben poco, due sicari che reclamano suo marito e con lui gli svariati milioni di dollari che non ha ancora restituito. Per Gala l’unica opzione percorribile è allora la fuga. Recuperate sua madre Julia (Carmen Maura) dall’ospizio e sua figlia Kate (Victoria Bazua) da scuola, corre all’aereoporto più vicino, non prima di essersi infilata una cintura di contanti sotto al tubino.

È il primo grande volo improbabile della serie (i controlli aeroportuali scannerizzano ormai anche l’anima; e soprattutto, chi è che riesce a far avanzare spazio tra la pancia e le aderenze di un tubino?). Ma se la vostra capacità di sospendere l’incredulità funziona, state pur certi che resterete fino alla fine.

Tierra de mujeres serie tv Apple TV+ recensione
Apple TV+

Da qui gli eventi si ricollocano a La Muga, la cittadina rurale nei dintorni di Barcellona dove Julia è cresciuta, calcando la mano sui contrasti. Lungo i sentieri fangosi e scoscesi, i tacchi di Gala arrancano goffamente. E il suo snobismo privo di tatto non inebria di certo gli abitanti già aspri del posto. Specialmente il bellicoso gruppo di donne che gestisce la cooperativa vinicola locale, producendo un rosso che il palato americano di Gala proprio non riesce a deglutire.

Un po’ Chocolat, un po’ Nettare degli dei (altra delizia di Apple TV+),Tierra de mujeres trasforma le reciproche diffidenze in terreno fertile per generare cambiamento. Lo fa con leggerezza e sentimento, intrecciando i percorsi del suo trio di protagoniste, ognuna destinata a riscoprirsi. Kate affronta la timidezza legata alla sua identità sessuale, trovando man mano la risolutezza per affermarsi e scardinare gli ignorantismi della provincia. Julia si riconnette con le sue origini, da cui cinquant’anni prima era fuggita e che ancora faticano ad accogliere la sua indole libertina. Mentre Gala sfrutta le sue competenze e conoscenze nell’ambiente enologico, per risollevare le sorti della cooperativa in cambio di ospitalità. Ad aiutarla c’è Amat (Santiago Cabrera), un tipo solitario, anche lui arrivato da fuori, che capita sul suo tracciato con incidentalità ben studiata. Su di lui la serie preserva qualche interrogativo, forse in vista di una prossima stagione.

Non serve nascondere come va a finire: probabilmente lo sapete già. Tierra de mujeres è un incastro di espedienti già visti in mille altre commedie sentimentali. Anche quando la storia si ramifica nel thriller, riconnettendosi alla temibile – in apparenza, almeno – coppia di criminali sulle tracce di Gala. Anche quando s’aggiunge un piccolo mistero su chi, tra i signori insospettabili che la chiamano figliola, sia davvero suo padre (sì, c’è anche un pizzico di Mamma Mia!). Non esiste momento, insomma, che non avrete già visto arrivare con innumerevoli minuti di anticipo. Ma è una prevedibilità che non fa sbuffare; anzi è balsamica. Anche perché, nell’incastro, ogni elemento funziona piuttosto bene.

Tierra de mujeres serie tv Apple TV+ recensione
Apple TV+

Funziona Eva Longoria, che di ritorno in tv vent’anni dopo Desperate Housewives (eccetto che per qualche cameo sporadico, ha perlopiù diretto e prodotto) ci ricorda quanto il ruolo della viziata ben vestita, velenosa per difesa, sia la sua dimensione. Il personaggio di Gala pare infatti l’evoluzione naturale e ancora più spassosa di Gabrielle Solis. Funziona Carmen Maura, esemplare protetto del cinema spagnolo, che alterna sguardi maliziosi al tenero smarrimento dei vuoti di memoria senili. Funzionano i colori, caldi e luminosi, che questo inizio d’estate ancora fatica a concederci. Funziona il tintinnio rilassante dei calici di vino. Funziona il resto degli abitanti di La Maga, così caricaturali, sotto l’ostilità, che farseli stare antipatici è difficile. (Chi ha vissuto in provincia sa che questo è il vezzo più irrealistico di tutti). E funziona lo spirito genuino che non pretende di essere preso più sul serio di come si mostra.

I 45 minuti di episodio che inizialmente spaventano (come li riempirà, ci si chiede), Tierra de mujeres riesce a farli scorrere via liscissimi. In un attimo si passa dallo sciocco, all’assurdo, al romantico, al nostalgico (e a qualche lacrima, si avvisa) con un equilibrio delizioso. È lo stesso già visto in cose squisite come Ted Lasso, Shrinking, Palm Royale. Confermando ancora una volta quanto Apple TV+ sappia produrre miscele televisive di gran gusto, se solo osasse valorizzarle meglio, anziché tenerle silenziosamente custodite nella sua cantina.

“Tierra de mujeres” esce il 26 giugno su Apple TV+ ed è composta da 6 episodi lunghi 38-46 minuti. I primi due sono disponibili da subito.

Guarda il trailer

Foto di copertina: Apple TV+

Leggi anche

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *