Provate a non guardare “The Night Agent”: non ci riuscirete
Piccola postilla prima di iniziare: questa recensione di si basa su tutti i dieci episodi di “The Night Agent”.
Ci sono thriller d’azione che sono la somma parecchio tachicardica di cospirazioni politiche, fughe, inseguimenti, lotte a mani nude, sicari, proiettili vaganti e scenografiche esplosioni. E ci sono thriller d’azione che, con la somma degli stessi elementi, ottengono un effetto confortevole in cui crogiolarsi per un paio di serate. The Night Agent, una nuova serie di Netflix tratta dall’omonimo libro del giornalista Matthew Quirk, appartiene decisamente alla seconda categoria. E il fatto che dopo pochi giorni sia già il titolo più visto al mondo sulla piattaforma dà una certa misura di quanto la formula funzioni (ok, non c’è da fidarsi del tutto: tra i film sta primeggiando lo sconnesso sequel di Luther).
Per intenderci nella maniera più rapida possibile, The Night Agent è la copia balsamica di Bodyguard, quel mini-thriller britannico con Richard Madden, che nell’estate di cinque anni fa giunse a procurare scompensi cardiaci multipli e dimostrare che la tv a cadenza settimanale era tutt’altro che morta. Come Bodyguard, anche The Night Agent inizia su un vagone in movimento. Anche in The Night Agent c’è una bomba che rischia di far saltare in aria un bel po’ di persone. E anche in The Night Agent c’è un ragazzone che fiuta il pericolo e riesce a metterle in salvo tutte (o quasi), con rassicurante eroismo.
La differenza con Bodyguard è che il ragazzone di The Night Agent ha un viso ben più fanciullesco (quello di Gabriel Basso, un quasi trentenne che lavora a Hollywood fin da bambino), non è un soldato esperto ma una giovane recluta dell’FBI, e il suo eroismo viene tutt’altro che premiato. Del resto si chiama Peter Sutherland (che il riferimento sia al Kiefer Sutherland di 24 non è dato sapersi) ed è il figlio di un’ex agente accusato di tradimento. Nel dubbio che il responsabile dell’attentato sia proprio lui, Peter viene perciò declassato al lavoro d’ufficio. Chiuso in uno scantinato della Casa Bianca, il suo unico compito è piantonare una linea telefonica d’emergenza che non squilla mai.
Coincidenze di sceneggiatura vogliono naturalmente che il telefono squilli, eccome. E dall’altra parte ci sia una giovane donna che, da ignara nipote di due spie, diventa testimone di una pericolosa cospirazione governativa. Dopo aver compreso – con un paio di episodi di ritardo rispetto all’intuito di chi guarda – di non potersi fidare nemmeno delle più alte cariche dello Stato, Peter e la sua protetta decidono quindi di fare da sé. Fuggono, indagano e sbrogliano pezzo per pezzo l’intrigo.
Come The Night Agent metta insieme il tutto, è facile immaginarlo. La serie è una sequela compatta di scene d’azione che includono corse stradali con scontri armati annessi, vetrate che si infrangono, salti dalla finestra, scazzottate, una coppia di sicari piuttosto singolare, incravattati che tramano, Hong Chau (fresca candidata agli Oscar) con una posticcia parrucca grigia che non riesce a invecchiarla e nasconde segreti, personaggi buoni che si sacrificano lungo la via, e un’inevitabile avvicinamento romantico tra i due protagonisti. Il tutto per dieci non brevissimi episodi.
Se per altri thriller quanto detto fin qui potrebbe rientrare nel reato dello spoiler, nel caso di The Night Agent non lo è. Ma la prevedibilità della cornice non è un difetto. Il viaggio movimentato che porta da un capo all’altro della storia viene maneggiato secondo l’esperienza che Shawn Ryan (già creatore di The Shield e S.W.A.T.) ha maturato nel genere. Espedienti arcinoti e svolte più o meno inattese sono posizionate con ordine in una struttura piuttosto semplice, ma che non diventa mai ridondante. E anche quando le scelte narrative si fanno incostistenti o improbabili, la serie non dà mai l’impressione di voler sottovalutare l’intelligenza dello spettatore. La scrittura di Ryan le contiene e poi continua a correre sui binari logici dell’idea iniziale.
Anche perché, a contribuire a tenerla in piedi, c’è un eroe buono e solido, ma non tutto d’un pezzo (le ferite permangono, il bisogno di una doccia si fa sentire, alla faccia dello spionaggio stoico dell’altro Sutherland), che si fa seguire ovunque senza dover manipolare gli spettatori con traumi e altre tragedie del suo passato. Rendendo difficile non farsi trascinare all’episodio successivo. O alla prossima stagione.
“The Night Agent” è disponibile su Netflix ed è composta da 10 episodi lunghi 45-55 minuti.
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