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“The Enfield Poltergeist” è un curioso racconto del paranormale

Piccola postilla prima di iniziare: questa recensione si basa su tutti i quattro episodi di “The Enfield Poltergeist”.

Di più spaventoso degli horror, ci sono solo gli horror basati su storie davvero accadute. Lì viene a mancare l’appiglio che sia tutta finzione, l’idea confortevole di trovarsi al sicuro sul proprio divano. Specie se le storie sono come quelle di The Enfield Poltergeist, dove i divani camminano, si ribaltano e fanno da bersagli a raffiche di mattoncini Lego che proprio non si capisce chi abbia scagliato.

Da oltre quarant’anni, quello di Enfield – sobborgo per niente superstizioso di Londra – è il caso forse più terrificante, discusso e bizzarro nella storia del paranormale nel Regno Unito. Bizzarro, sì. Perché quando la famiglia Hodgson, formata da una donna separatasi da poco e dai suoi tre figli, chiamò la polizia per segnalare fenomeni sinistri, casa sua divenne meta di un pellegrinaggio di compìti esperti dell’occulto, giornalisti, psicologi, ventriloqui e altri curiosi armati di microfoni, fotocamere ingombranti e strategie di indagine piuttosto strane. Tra loro c’era anche Maurice Grosse, uno scalpitante inventore appena diventato investigatore del paranormale, che in alcuni mesi accumulò oltre 200 ore di registrazioni, fotografie e annotazioni, mettendo insieme la documentazione più vasta che sia mai stata raccolta in un caso di simile natura.

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Su quella documentazione, il regista Jerry Rothwell ha creato una docuserie per Apple TV+ che non punta troppo a mettere paura. L’inizio di The Enfield Poltergeist è tutto uno srotolare di finti panorami, seghettare assi di legno, incollare mattoni e aggiustare luci, per creare un set televisivo che sia la replica perfetta della casa spiritata di Enfield (avete presente Landscapers?). Mentre le repliche degli Hodgson, di Grosse e degli altri testimoni sono attori che si limitano a muovere le labbra in straordinaria sincronia con l’audio dei nastri originali, spiegano le scritte sullo schermo.

Non è chiaro perché la serie scelga di riproporre lo stesso incipit in apertura di ognuno dei quattro episodi (usciranno tutti insieme, si potrà vederli in fila); ma quel che è certo è che, con una messinscena così tanto visibile, si crea una barriera tra chi guarda e lo spavento. Il cervello vaga infatti da una componente all’altra, si fa distrarre dalla tentazione di cogliere in fallo il labiale degli attori, e quando il doppiaggio e vecchi filmati compaiono insieme ai veri protagonisti della storia, gli ci vuole un attimo per capire se abbia davanti la finzione o il reale.

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Una volta che ci si acclimata, però, la faccenda inizia a intrigare. Soprattutto ci si lascia affascinare da Janet, undicenne taciturna che dei presunti spiriti di Enfield divenne il veicolo prediletto. E ci lascia sorprendere dalla facilità con cui rispettati uomini di scienza si fecero convincere – naso all’insù e sopracciglia inarcate – a seguirne i balzi e le contorsioni à la Linda Blair, ad accorrere a ogni bussata sul muro percepita solo in loro assenza, a dialogare con impegno con un’entità di nome Bill, a pensare che spiare una ragazzina mentre dorme e infilarsi nel letto della sorella per meglio captare segnali fosse una buona idea.

Perché la direzione verso cui The Enfield Poltergeist si muove sembra voler mostrare con quanta industriosità preferiamo spesso credere all’inspiegabile, anche se i fatti ci offrono una via ben più logica e concreta. Lo fa con un’attenzione per la salute mentale (ormai una specie di marchio per le serie di Apple TV+), che subentra proprio quando gli episodi rischiano di diventare un lento ripetersi di urla e altri fenomeni sensazionali. Il punto è osservare come la mente umana, specie se giovane e segnata da turbolenze passate, interagisca con la tensione dell’ambiente che la circonda. Senza osare fornire diagnosi o spiegazioni troppo definite. E mantenendo un velo sottile di assurdo mistero, che procura qualche brivido anche allo sguardo più razionale.

“The Enfield Poltergeist” esce su Apple TV+ il 27 ottobre ed è composta da 4 episodi lunghi 54-62 minuti, tutti disponibili da subito.

Guarda il trailer

Immagine di copertina: Apple TV+

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