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“The Changeling” è una favola oscura e caotica, ma coraggiosa

Piccola postilla prima di iniziare: questa recensione si basa su tutti gli otto episodi di “The Changeling”.

L’apertura di The Changeling – la nuova ambiziosa serie di Apple TV+ – è una classica storia romantica. Una favola, anzi, precisa la premessa. Lui, Apollo (LaKeith Stanfield), è un tizio sui trent’anni che spulcia vecchi libri negli scantinati di New York in cerca di occasioni da rivendere. Lei, Emma (Clark Backo), i libri li dà in prestito ogni giorno, nascondendo il corpo sottile ed elegante dietro al pesante bancone di una biblioteca. Lui ha un colpo di fulmine e le chiede di uscire, lei forse non proprio e gli dice no. Lui torna, e lei ancora no, e così per sette volte, finché un sì inatteso di lei lascia interdetto lui.

Il resto dei passaggi fila così liscio e perfetto da poter farne uno spot ministeriale per le politiche famigliari e la natalità. Una sola cena romantica per capire di essere anime gemelle, la partenza di lei per un lungo viaggio nella giungla, il paziente aspettare di lui, il ritorno di lei, un matrimonio felice, un figlio bello e sanissimo (con parto per niente convenzionale). Dice la premessa, però, che The Changeling è anche una storia fantasy dalle venature horror, e così l’idillio è destinato a finire presto. Strani messaggi fanno squillare il telefono e poi scompaiono, il neonato piange e morde, morde e piange, e agli occhi spenti e sfiniti di Emma – caso da manuale di depressione post-partum – inizia ad assumere sembianze mostruose.

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Per chi s’è già convinto a darle un’occhiata, urge qui fornire una piccola delucidazione. Il romanzo da cui The Changeling è tratta – pubblicato nel 2017 da Victor LaValle, peraltro voce narrante degli episodi – chiama in causa le paure ancestrali dell’essere figli e poi genitori, attingendo a secoli di credenze popolari. Ad esempio quella per cui, nel folklore europeo, i “changeling” erano creature fatate dalle sembianze umane, che rapivano bambini belli e sani lasciando al loro posto i propri, deformi e spesso malati (vien da chiedersi perché Favola di New York sia l’inutile titolo italiano del libro). «Non è mio figlio», ripete infatti Emma in molteplici sequenze tra l’onirico e il delirante. E forse ha ragione. Poi commette un atto brutale e scompare.

Di The Changeling, questa è la parte più breve e anche la più avvincente, prima di venire sopraffatti da una catasta disordinata di eventi. Il viaggio che Apollo deve affrontare per cercare la moglie, logorato dal dolore ma convinto che sotto la depressione ci sia altro, include in ordine sparso: il pezzo mancante di una profezia stregata, un’isola segreta al largo di New York City, una comune di donne che picchiano duro e vivono nascoste senza ben sapere per quale motivo, un gruppo di troll online dagli intenti sinistri, un ambiguo padre di famiglia che si aggrega all’avventura, una magica civiltà sotterranea, personaggi che si dileguano dopo aver sganciato enormi interrogativi.

Poi, nel mezzo, ci sono i ricordi – autentici e distorti – di un passato inquieto. I suoi fumosi di bambino e quelli di sua madre Lillian (Adina Porter), che s’insinuano nella trama per raccontarne l’incontro fiabesco e turbolento col marito. La forma visiva che assumono è concreta, condividono la scena con gli eventi del presente, alterando tanto l’esame di realtà quanto i piani temporali. «Cosa cazzo sta succedendo?» si chiede Apollo a un certo punto del quinto episodio, e si riesce benissimo a capirlo.

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Nel vedere The Changeling, la sensazione è infatti di trovarsi davanti a un treno che viaggia velocissimo e non riuscire a capire quale sia il momento giusto per saltare a bordo. Si assiste alla storia, ma sembra di restarne fuori, pur nel frustrante tentativo di restarle attaccati.

Il problema, forse, è l’origine letteraria della serie. Come altri adattamenti – fantasy, soprattutto – fatica nel dare un ordine televisivo agli eventi, vuol mostrarli tutti e subito. E benché la voce di Victor LaValle rievochi il caldo piacere del farsi leggere una fiaba, abbiamo davvero bisogno di così tante voci narranti che ci spiegano quel che guardiamo in televisione? Il problema, forse, è che i messaggi da veicolare sono interessanti, ma numerosi da intrecciare (si parla di depressione, genitorialità, violenza razziale e di genere, e delle pericolose derive del mostrare stralci di vita, figli compresi, sui social – nella storia appena nati, siamo nel 2010). O forse il problema sono le implicazioni dell’affollato mercato dello streaming, che chiede di metterla sullo spettacolare, attirare l’attenzione, far credere che ci sia di più, ma rimandare le risposte per strappare un eventuale rinnovo. Al punto che il finale, più che in sospeso, sembra incompiuto.

La fortuna, invece, è che The Changeling può contare sulla presenza di LaKeith Stanfield. Il suo talento limpido tiene in piedi da solo buona parte del racconto, dando serietà a svolte e battute che nella confusione rischiano di divertire. Il suo personaggio è un uomo giovane e disposto all’ascolto, che insegue il desiderio di essere il padre che non ha mai avuto. E nonostante nei momenti impetuosi si dia forza urlando a sé stesso «Sono il dio Apollo», riesce a preservare una certa credibilità. (D’altronde, si era fatto conoscere per aver reso percepibile la profonda sensibilità del personaggio più sballato di Atlanta).

Per quanto la resa sia maestosa e frastornante, però, bisogna riconoscere ad Apple TV+ il merito di averci provato. Da quando la piattaforma ha iniziato a produrre serie originali, s’è quasi sempre messa alla ricerca di storie nuove e nuove strade per raccontarle. The Changeling sperimenta, mettendo insieme la durezza di The Handmaid’s Tale, il realismo magico di The Underground Railroad, la disperazione allucinogena di The Third Day. È un intruglio di generi che si è preso la briga di dare una forma onesta a temi anche nebulosi (su tutti, il ripetersi di alcuni nostri schemi di generazione in generazione, e la difficile possibilità di spezzarne la catena). Lì dentro, nel caos, c’è qualcosa di buono. Se il solo parlare per enigmi dei personaggi non ce ne tenesse all’oscuro.

“The Changeling” è su Apple TV Plus ed è composta da 8 episodi settimanali lunghi 30-58 minuti. I primi tre episodi sono già disponibili.

Guarda il trailer

Immagine di copertina: Apple

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