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A “Platonic” interessa solo l’amicizia

Piccola postilla prima di iniziare: questa recensione si basa su tutti i dieci episodi di “Platonic”.

Una delle più classiche fissazioni del romanticismo cinematografico e televisivo – e non solo, forse – consiste nel mettere alla prova la durabilità dell’amicizia tra un uomo e una donna eterosessuali. L’ha testata facendo incontrare Harry e Sally in svariati scorci newyorkesi, invitando Julia Roberts al matrimonio del suo migliore amico, o ancora facendo sorbire a Joey innumerevoli serate film nella stanza dal lagnoso Dawson. E, al di là dei finali, nel mezzo qualche inciucio ci è sempre scappato. A giudicare dal titolo, Platonic sembrava quasi certamente destinata alla stessa narrazione, e invece…

Per dare un minimo di contesto ai consumatori sopraffatti dal quantitativo di cose da vedere (durerà ancora per poco, dicono le ristrettezze economiche del settore dello streaming), Platonic è l’ultima delle sfiziose commedie che Apple ha fatto uscire di recente. Scritta da Francesca Delbanco e Nicholas Stoller (già co-autori di Compagni di università, non fortunatissima) senza basarsi su libri, film e altri materiali già conosciuti, è la storia di una di quelle amicizie interrotte e poi ritrovate.

Platonic serie tv Apple recensione
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Una metà si chiama Sylvia (Rose Byrne), una quarantenne dall’estetica impeccabile, con un passato da avvocata e un presente da moglie, madre e curatrice di una casa minuscola – almeno secondo le manie di grandezza americane. L’altra metà si chiama Will (Seth Rogen), un coetaneo che ama abbinare fantasie improbabili e circolare per Los Angeles in calze e ciabatte, la cui occupazione è produrre e vendere birra in un locale molto hipster. Insieme, Sylvia e Will hanno condiviso studi, amori, rotture, sballi serali e anche qualche droga. Ma i trent’anni, si sa, portano con sé una vita più stabile e la paura di non avere nessuno con cui condividerla. E perciò ci vuol poco a farsi andar bene l’amore meno consigliabile, a costo di disconoscere le relazioni più autentiche della vita precedente.

Quel che si sa anche, però, è che certe relazioni sono così autentiche da restare silenti per anni senza rompersi davvero. Così, saputo che Will ha finalmente divorziato, Sylvia si prende il rischio di ricontattarlo. Il primo incontro sono cinque minuti di disagevole briefing sulle rispettive esistenze: lei non ha nient’altro da mostrare che la foto dei tre figli, lui nient’altro da dire, se non «sembrano in salute». L’intesa si fa tuttavia bastare lo scambio, per riattivarsi e tornare ai fasti giovanili.

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I dieci episodi che ne seguono sono la somma di scorribande e imbarazzi poco necessari allo sviluppo della storia. Si parte da un paio di bevute, e d’un tratto si passa al furto (con scasso) di lucertole, visite immobiliari in ospizi abbandonati, decolorazioni di capelli casalinghe, ubriacature danzanti e feste di divorzio fallimentari. Ma, nell’ansia di dimostrarsi a vicenda di poter essere ancora quelli di prima, Sylvia e Will si confermano soprattutto di saper guidare l’altro nella sua crisi dei quarant’anni, in maniera più lucida e istintiva di quanto riescano a fare con la propria. Nella dinamica, la mimica e la chimica tra Byrne e Rogen sono essenziali. La loro amicizia da buddy comedy – se proprio si vuole incastonarla in un genere preciso – è intima e demenziale, perfetta per raccontare la stranezza di un’età dove si è giovani per infilarsi a letto alle nove, ma vecchi per girare per locali.

Tutt’attorno, Platonic completa il quadro con personaggi altrettanto archetipici, eppure singolari: il marito perfetto e mansueto di Sylvia («Se facessero un film Pixar su un bicchiere d’acqua, lo prenderebbero» è la descrizione di Will), l’amica logorroica in cerca di una rinascita sentimentale, i soci di Will determinati a preservare la mascolinità del locale. Abituati alle fissazioni del romanticismo televisivo, nessuno di loro è sicuro che quello tra Sylvia e Will sia un legame privo di secondi fini. Ma anziché trasformarli facilmente in ostacoli agguerriti, la serie li porta a elaborare malizie, sospetti, gelosie come un riflesso delle proprie paure.

Del resto, con Platonic non siamo davanti a una commedia romantica. Il suo sincero interesse è tutto per l’amicizia genuina.

“Platonic” è su Apple TV Plus ed è composta da 10 episodi settiminali lunghi 27-34 minuti. I primi tre episodi sono già disponibili.

Guarda il trailer

Immagine di copertina: Apple

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