Piacere nostro, Antonia
Piccola postilla prima di iniziare: questa recensione si basa su tutti i sei episodi di “Antonia”.
Antonia non è Fleabag. E non ci sarebbe nemmeno da specificarlo, non fosse per quel vizio tutto italiano di far passare ogni nuova serie per parente di questo o quell’altro capolavoro d’oltreconfine. Come se non bastasse a definirsi da sola. Come se chi sul divano avesse sempre bisogno di un bigino d’istruzioni alla visione, ché altrimenti va’ a sapere cosa ne capisce.
Antonia sembra Fleabag. Una di quelle figure fuori da ogni spazio e ogni tempo, altissime, ossute, dinoccolate, a cui basta infilare la testa in una maglietta bianca e pittarsi le labbra di rosso per emanare un’eleganza che noialtre ci si sogna, non importa quanto s’impegnino nel tentativo di disgustarci. Perché l’espressione del loro disagio passa soprattutto per il corpo. E dalla premura con la quale si allugano fuori dal teleschermo per tirarti per la manica e farti ostaggio della loro solitudine, più che lieto confidente.
Antonia è Chiara Martegiani. Una di quelle facce che ti chiedi dove siano state mentre ti sorbivi l’ennesima serie italiana mal scritta e staticamente interpretata, fatta passare per roba di un’innovazione mai vista. Una di quelle che a 36 anni sono passate per ruoli piccoli e qualcuno più grande (come quello del 2018 in Ride, il primo film da regista di Valerio Mastandrea), finché qualcosa di proporzionato al proprio talento non decidono di scriverselo da sole.

Antonia, però, di anni ne ha 33. Li compie proprio quando la conosciamo, mentre distratta e litigiosa soffia una schiera di candeline conficcate in una teglia di tiramisù che di lì a poco farà una brutta fine, proprio come il compagno (lo stesso Mastandrea, compagno di Martegiani anche nella realtà) che le ha regalato un anonimo frullatore. E pensi che la vita non possa andarle peggio di così, finché non viene licenziata dalla sedicente – perché tutti la credono telenovela – serie tv di avvocati dove fa la segretaria seducente, finché non si schianta a terra appena scesa da un pullman in fuga da un controllore, finché non si risveglia in un ambulatorio con una diagnosi di endometriosi che la fa sprofondare definitivamente nel disagio.
A questo punto inizia un percorso di presa di coscienza, di vorticosi tentativi di unire i puntini delle proprie, inascoltate stranezze passate, che forse stranezze non erano, bensì effetti collaterali della malattia. Un percorso da cui la stessa Martegiani è passata proprio mentre scriveva la serie – ideata prima della pandemia – cambiando la direzione del racconto con l’aiuto delle co-sceneggiatrici Elisa Casseri e Carlotta Corradi. A loro Mastandrea si è aggiunto poi come direttore creativo.

Con molta probabilità, sentirete parlare di Antonia come di una serie sull’endometriosi – finalmente! D’altronde, tocca vivere in un’epoca dove le cose che vediamo, e non solo, sembrano avere un senso se parlano solo e soltanto di noi. Ma il bello di Antonia sta invece in tutto quel che si colloca attorno alla diagnosi. Sta nell’egoismo della sua protagonista, nei rilanci provocatori, nella resistenza al cambiamento, nell’arroganza con cui ricicla frasi terapeutiche sentite un’ora prima dall’analista di turno. Sta nelle galline che le passano davanti agli occhi (le volpi se le era già prese Fleabag), nel viaggio sciamanico che finge l’abbia fatta addormentare, nella seduta dal sessuologo col marito della sua migliore amica. E poi nella regia di Chiara Malta, che spesso la guarda dal basso, come fosse un enorme mistero. E ancora nella scelta degli attori: Barbara Chichiarelli, Leonardo Lidi, Valerio Mastandrea, al solito amabile quanto più è lamentoso.
Antonia piace perché non vuole piacere. Perché butta al vento ogni linearità di trama per seguire l’umore del momento. Perché, di trentenni volubili e potenzialmente irritanti come lei, la tv italiana ne ha conosciute poche. E noncuranti delle sbavature ci si convince a farsi trascinare per la manica, senza dispiacersi all’idea di rincontrarla in una seconda stagione.
“Antonia” è su Prime Video ed è composta da 6 episodi lunghi 28-32 minuti, tutti disponibili da subito.
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