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Ora legale 2019: 10 serie tv brevi a prova di sonno (o di malumore)

Il prezzo annuo da pagare per giornate lunghe e luminose, si sa, è un weekend di sonno e – secondo predisposizione lunatica – di sbalzi d’umore. Oltre naturalmente a quell’ora in meno da dedicare al binge watching. Problema non indifferente per chi calibra al minuto il ritmo di visione degli episodi. Fortuna che c’è un’ondata sempre crescente di serie tv brevi, perfette soprattutto per chi aveva già in programma una maratona notturna. Ecco allora diverse idee direttamente dalle ultime sui teleschermi, di svariato genere, inferiori alle cinque ore e tutte a prova di sonno e di malumore. O quasi. Perché qualche titolo ad alto tasso di irritabilità in effetti non manca. Ed è consigliabile per coloro che, ormai rassegnati all’impatto non roseo con l’ora legale, possono dedicarsi senza conseguenze al masochismo più assoluto.

Un po’ di serie tv brevi da vedere in una notte

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Killing Eve

Cosa succede quando una spia relegata alle scartoffie viene chiamata all’azione da una talentosa omicida psicopatica? Beh, succede che inizia un gioco al gatto e al topo per mezza Europa (con tappa italiana), concitato, maldestro e a tratti anche un po’ splatter. Se poi si aggiunge che i personaggi di Sandra Oh e Jodie Comer sono adattati per la tv dal nero umorismo femminile di Phoebe Waller-Bridge, si capirà bene perché con questo thriller si va sul sicuro. Nessun malumore né rischio assopimento (si è troppo intenti a capire chi sia il gatto e chi invece il topo), e per il ritorno dell’8 aprile si è belli che pronti.

Dove la guardo? Su TIMvision (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 5 ore e 30 minuti totali (8 episodi da 42 minuti)
Rischio assopimento: Basso
Rischio malumore: Basso

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Homecoming

Nel caso in cui non l’aveste ancora vista, potrebbe essere il momento giusto per recuperare l’ultima serie di Sam Esmail. Quella, ovvero, in cui Julia Roberts non ricorda come sia finita a fare la cameriera, da terapeuta per veterani di guerra in una struttura federale qual era. In una manciata di ore, il thriller riesce a creare suspense e concedersi diversi esercizi di stile visivo. Considerando le derive disturbanti di molti racconti sugli esperimenti governativi, potreste accusare l’effetto del surrealismo che pare sempre anticipare scene terrificanti. Ma in realtà si tratta di presagi innocui, perché il modello è il solo senso di paranoia hitchcockiano.

Dove la guardo? Su Amazon Prime Video (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 5 ore totali (10 episodi da 24-37 minuti)
Rischio assopimento: Basso
Rischio malumore: Medio/Basso

Russian Doll-serie tv-recensione
Netflix

Russian Doll

L’ironia di questa comedy è che per quanto il suo racconto si ripeta di continuo, la si guarderebbe altrettanto di continuo. Così, giusto per rigustarsi un po’ la notte in cui Nadia Volvokov muore svariate volte e in svariati modi (con una predilezione per la caduta dalle scale), eppure non muore davvero mai, condannata invece a rivivere la stessa serata. Il che, di per sé, sarebbe cosa (anche psicologicamente) triste. Ma Natasha Lyonne corazza di sarcasmo talmente brillante le sofferenze di Nadia, da elettrizzare con la sua breve disavventura.

Dove la guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 3 ore e 27 minuti totali (8 episodi da 24-30 minuti)
Rischio assopimento: Nullo
Rischio malumore: Basso

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After Life

Per gli irriducibili del dramedy – possibilmente britannico – Ricky Gervais ha intrecciato le assurdità del suo The Office con espedienti classici del dramma straziante (vi dicono niente i videomessaggi post mortem?). Il risultato è una serie brevissima che finalmente riunisce il suo doppio essere. La bonarietà dello sguardo e il cinismo autocompiaciuto del sorriso coesistono in Tony, un uomo che dopo aver perso la moglie contempla il suicidio, non prima però di essersi concesso l’ebbrezza dell’insulto libero. La sua storia semplice coinvolge, eppure non guasta troppo l’umore. Per ogni principio di commozione, Gervais è infatti bravissimo a procurare subito un’adeguata dose di risate.

Dove la guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 2 ore e 44 minuti totali (6 episodi da 25-31 minuti)
Rischio assopimento: Basso
Rischio malumore: Medio/Basso

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Luther 5

Di vedersi trascurato dal marketing netflixiano, proprio l’ispettore John Luther non lo meritava. Anche perché la quinta stagione del crime psicologico con Idris Elba è il prodotto di quattro anni di pausa forse trascorsi da Neil Cross a pensare come elevare l’asticella dell’angoscia. Il nuovo arrivato nella sua Londra dei serial killer dai rituali raccapriccianti incentiva infatti un super brivido lungo la schiena, accaparrandosi l’intera trama. Pertanto non si dorme, questo è certo. Ma l’umore – specie se in notturna – potrebbe risentire del pieno di sadismo e della perdita di qualche amato personaggio.

Dove la guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 3 ore e 46 minuti totali (4 episodi da circa 60 minuti)
Rischio assopimento: Basso
Rischio malumore: Medio/Alto

Trust Me serie tv brevi
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Trust Me

Se proprio non potete fare a meno di un bel medical drama, ma l’abitudine del genere alla lungaggine non si addice al weekend dell’ora legale, potreste optare per questo di BBC. È la storia di un’infermiera che per necessità si finge chirurgo, facendo sussultare ogni volta che prende in mano un bisturi. Ovviamente, nella smania di scoprire se – e come – si farà smascherare, gli episodi scorrono velocissimi. Non senza un pizzico di irritazione, però. Perché il personaggio interpretato da Jodie Whittaker (poi abbandonato per diventare il primo Dottore donna di Doctor Who) non è così amabile come vuol convincere di essere.

Dove la guardo? Su TIMvision (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 3 ore e 40 minuti totali (4 episodi da 55 minuti)
Rischio assopimento: Basso
Rischio malumore: Medio/Basso (dipende dalle vostre simpatie)

Documentario Leaving Neverland e Lorena Bobbitt
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Lorena o Leaving Neverland

Il documentario in notturna è sempre una valida alternativa ai racconti di fiction, soprattutto se il soggetto è vicenda più filmica che reale. Secondo le ultime dai teleschermi potreste allora scegliere quello più tradizionale su Lorena Bobbitt – la donna che evirò il marito sollevando negli USA un dibattuto caso mediatico – oppure recuperare quello sulle presunte accuse di pedofilia a Michael Jackson, dalla forma meno consueta ma senz’altro più lenta. Entrambe le storie si collocano tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, ed entrambe si guardano in circa quattro ore. Entrambe, infine, innescano un discorso dal valore più ampio dei semplici eventi narrati.

Dove li guardo? Su Amazon Prime Video (qui il trailer) e su Dplay (qui il trailer)
In quanto tempo li guardo? In 4 ore e 12 minuti totali (4 episodi da 60 minuti) – In 4 ore totali (2 episodi da 60 minuti)
Rischio assopimento: Medio
Rischio malumore: Medio/Alto

Black Mirror Bandersnatch
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Black Mirror: Bandersnatch

Se avete già messo in conto l’effetto malumore e dunque non avete nulla da perdere, potreste osare con il masochismo e (ri)sfidare la sorte con il labirintico episodio interattivo di Black Mirror. Che stavolta ne usciate vittoriosi o finiate invece per comprendere le ire dell’eterna bloccata Nadia Volvokov, dipende tutto da voi. Come da voi dipende la durata, che nella peggiore delle ipotesi non dovrebbe comunque sforare le cinque ore e un quarto. Se per sfinimento preferiste poi andare sul sicuro e seguire la miriade guide sul web, per arrivare in fondo dovrebbero servirvi soltanto novanta minuti. L’importante è non arrabbiarsi quando si capisce che a condurre davvero il gioco è quel sadico di Charlie Brooker.

Dove lo guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo lo guardo?  da 90 minuti a 5 ore e 12 minuti (1 episodio di durata variabile)
Rischio assopimento: Medio
Rischio malumore: Altissimo

Il caso Ziqqurat
ziqqurat.artchivio.net

Il caso Ziqqurat

Una versione meno pretenziosa (e più godibile) di Bandersnatch l’ha ideata il regista Fulvio Risuleo. Una mini webserie interattiva – la prima italiana simil Melevisione, dove in realtà s’indaga su una morte misteriosa sul set di un programma per bambini. Visto il video del misfatto, bisogna così ascoltare uno a uno gli indiziati (tra i quali Tonio Cartonio in versione truccatore dalla bocca larga) che invece sembrano usciti da Boris. Per la risoluzione potete prendere appunti e pure rivedere gli interrogatori dal punto di vista di un detective. E passati i primi minuti – in cui disorientati vorreste chiedere spiegazioni al vostro spacciatore di fiducia (anche se non ne avete uno) – apprezzerete lo stile di questo esperimento non sempre brillante, ma che nel suo piccolo ha del folle.

Dove la guardo? Sul sito web della serie
In quanto tempo la guardo? In 26 o 43 minuti totali, se si guarda la doppia versione dei video (8 video da 2-7 minuti)
Rischio assopimento: Medio
Rischio malumore: Basso

Love, Death & Robots serie tv brevi
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Love, Death & Robots

La prima caratteristica che di questa serie salta all’occhio è la non ordinarietà. 18 episodi di durata variabile – ma mai superiore ai 20 minuti – dalle storie a sé stanti. Il collante è una natura fantascientifica dai differenti stili grafici – animati e non – oltre alla distopia dei suoi vari universi. L’ensemble finale somiglia così a una Black Mirror frantumata in mini-episodi, pur con meno enigmaticità e maggiore crudezza sanguinosa e sessuale. Chi ha confidenza con il cyberpunk dovrebbe apprezzare la novità, che rischia invece di turbare i profani. Se fate parte dei secondi, vi conviene perciò tenervene alla larga, a meno che non proviate a selezionare solo le trame che vi ispirano.

Dove la guardo? Su Netflix (qui il trailer)
In quanto tempo la guardo? In 3 ore e 30 minuti totali (18 episodi da 6-17 minuti)
Rischio assopimento: Medio (a seconda degli episodi)
Rischio malumore: Medio/Alto

Sfondo copertina: Freepik

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