La “Netflix della cultura italiana” si sta espandendo

ITsART Netflix della cultura

ITsART, la cosiddetta «Netflix della cultura italiana» voluta dal ministro della Cultura Dario Franceschini, sta pian piano concretizzando il suo obiettivo di offrire contenuti culturali italiani a pagamento in tutto il mondo. La piattaforma streaming, inaugurata in Italia e Gran Bretagna alla fine dello scorso maggio, è appena stata lanciata in 26 paesi europei e dall’anno prossimo conta di espandersi anche sui mercati statunitense e cinese.

L’idea di ITsART (che significa “Italy is Art”) era nata durante i primissimi mesi della pandemia, nella primavera del 2020, in un periodo di grande difficoltà per le istituzioni culturali italiane. L’intento era di reagire al calo dei visitatori fisici, facendo in modo che la cultura italiana potesse raggiungere consumatori di tutto il mondo attraverso la distribuzione digitale.

Quella di ITsART è una piattaforma piuttosto insolita per il mercato dello streaming. Commissionata dal ministero della Cultura, è co-gestita dalla banca d’affari del governo italiano CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e da Chili TV, una piattaforma europea di contenuti on demand a pagamento sostenuta Warner Bros., Paramount, Fox e Sony.

A livello di contenuti, ITsART offre oltre 1250 eventi esclusivi e spettacoli di diverso tipo – sia in live streaming sia on demand – suddivisi in tre sezioni. La sezione “Palco” contiene concerti, opera dal vivo, spettacoli teatrali, di musica pop e danza provenienti da famosi teatri italiani, come La Scala di Milano o La Fenice di Venezia. La sezione “Luoghi” consente invece di fare tour virtuali di monumenti, musei e siti archelogici sparsi in tutta Italia, dal Colosseo a Pompei, fino al Museo Leonardo da Vinci di Milano. Infine la sezione “Storie” agglomera diverse centinaia di film e documentari italiani, più o meno recenti.

Questa grande quantità di contenuti si deve ai numerosi accordi – in alcuni casi in esclusiva – che ITsART ha stretto con musei, teatri e distributori italiani. Il più recente è quello con Cinecittà, che consentirà alla piattaforma di distribuire le opere dell’Archivio storico dell’Istituto Luce e di usarne il materiale per produrre nuovi contenuti originali, tra cui documentari e podcast.

ITsART è accessibile tramite il sito web o l’apposita applicazione, presente su smart tv, smartphone e tablet. La registrazione alla piattaforma è gratuita e non richiede abbonamenti. I contenuti sono invece contrassegnati secondo tre categorie: gratuiti, gratuiti con pubblicità e a pagamento (i prezzi variano dai 2,90 euro per i film a 9,90 euro per l’opera dal vivo in esclusiva).

Finora ITsART non ha ottenuto risultati molto soddisfacenti. Stando a quanto riporta Repubblica, nei primi tre mesi dalla sua inagurazione ITsART ha registrato «oltre 800 mila accessi alla piattaforma con più di 200 mila contenuti culturali visti in streaming e oltre 50 mila utenti registrati al servizio». La società sta comunque lavorando per migliorare la situazione, a partire dalla recente nomina di Guido Casali (che ha curato il lancio di Sky Arte e della piattaforma Nexo Digital) come amministratore delegato e direttore dei contenuti. L’obiettivo è stringere nuovi accordi con altri enti e istituzioni culturali importanti, e in parallelo sviluppare progetti che raccontino il patrimonio culturale italiano con formati e tecnlogie innovative.

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