NBC non trasmetterà i Golden Globe 2022

Il canale statunitense NBC ha annunciato che il prossimo anno non trasmetterà i Golden Globe. La rete – che ospitava la cerimonia dal 1996 – ha preso la decisione dopo mesi di forti critiche e dubbi sull’effettiva onestà della Hollywood Foreign Press Association, l’associazione di giornalisti stranieri che assegna i prestigiosi premi ai migliori film e serie tv dell’anno.
«Continuamo a credere che la HFPA sia impegnata in una riforma significativa,» si legge in un comunicato rilasciato da NBC. «Tuttavia, un cambiamento di questa portata richiede tempo e lavoro, e crediamo fermamente che la HFPA abbia bisogno di tempo per farlo nella maniera giusta. Come tale, NBC non trasmetterà i Golden Globe 2022. Presumendo che l’associazione metta in atto il suo piano, siamo fiduciosi che saremo nelle condizioni di trasmettere lo show nel gennaio 2023.»
Le accuse alla HFPA circolavano già da decenni, ma si erano intensificate lo scorso febbraio in seguito a un’inchiesta pubblicata dal Los Angeles Times. L’articolo accusava l’associazione di essere un circolo fin troppo ristretto e poco inclusivo, per poter assegnare dei premi così importanti e determinanti per il successo di film e serie tv. Non solo infatti la HFPA è composta da 87 membri tutti collocati nella California del Sud, ma tra questi non c’è neanche un giornalista nero. Inoltre, l’articolo denunciava casi di corruzione e rimborsi fin troppo onerosi versati ai membri dell’associazione.
Poco dopo l’uscita dell’articolo, Time’s Up – l’organizzazione per la difesa delle vittime di molestie sessuali nata dopo il caso Weinstein – aveva avviato una campagna per chiedere una riforma della HFPA. La quale, la scorsa settimana, ha annunciato di avere in programma diversi cambiamenti. Tra questi, la HFPA ha detto di voler ampliare i suoi membri del 50% nei prossimi 18 mesi, includendo soprattutto giornalisti neri. La riforma vorrebbe poi eliminare alcuni requisiti di ammissione piuttosto discussi e talvolta oggetto di denuncia da parte dei giornalisti esclusi. Ad esempio, i nuovi membri potranno risiedere in qualsiasi stato degli Stati Uniti, lavorare per qualsiasi organo di stampa estero (non più solo cartaceo), e non dovranno più essere sponsorizzati da membri già facenti parte dell’associazione.
Infine la HFPA ha parlato di «un nuovo codice di condotta» per rendere l’assegnazione dei premi più trasparente. I membri non potranno più accettare omaggi promozionali, mentre le condizioni per partecipare a conferenze e viaggi per la stampa saranno modificate. In passato, infatti, i membri della HFPA sono stati spesso accusati di aver accettato costosi regali e benefici offerti loro dagli studios in cambio di voti.
Per oltre mezzo secolo, Hollywood ha sempre mantenuto un rapporto di favori reciproci con la HFPA. Per questo motivo, nonostante le evidenti falle nella struttura dell’associazione, era finora sembrato piuttosto improbabile che gli studios prendessero una posizione ferma nei suoi confronti. Le cose hanno iniziato a cambiare nei giorni scorsi, quando Time’s Up ha espresso pareri molto duri sui contenuti della riforma, definendoli «una vetrina di banalità». Secondo l’organizzazione attivista, la HFPA avrebbe fornito solo soluzioni di facciata, senza specificare in quali tempi e con quali metodi agirà nel concreto. Time’s Up ha interpretato queste mancanze come il segno che non si vedrà nessun cambiamento davvero rilevante entro i prossimi Golden Globe. Perciò l’organizzazione ha chiesto a NBC e a tre studios molto influenti di prendere le distanze dalla HFPA.
Le reazioni sono state piuttosto tempestive. Lo scorso venerdì, Netflix ha annunciato che avrebbe interrotto ogni attività con l’associazione fino a che non ci sarebbero stati cambiamenti significativi. L’azienda ha spiegato che «Netflix e molti dei talenti e creatori con cui lavoriamo non possono ignorare il fallimento collettivo della HFPA nell’affrontare questi problemi cruciali con urgenza e rigore». Con un comunicato simile Amazon Studios ha precisato di non aver «più collaborato con la HFPA dal momento in cui le prime questioni sono state sollevate». Jennifer Salke, capo dell’azienda, ha aggiunto che «come il resto del settore, siamo in attesa di una risoluzione sincera e significativa prima di andare avanti». A Netflix e Amazon si è poi aggiunta anche WarnerMedia. Inoltre un centinaio di agenzie pubblicitarie ha detto che «continuerà ad astenersi da qualsiasi evento approvato dalla HFPA».
Queste dichiarazioni sono piuttosto curiose, se si considera che si tratta degli studios forse più attivi nella rete di favori reciproci con la HFPA. I servizi streaming puntano tantissimo sul prestigio dei Golden Globe per dare valore ai propri cataloghi e attirare nuovi utenti. Perciò sono dotati di apposite divisioni incaricate di gestire i rapporti con i suoi giornalisti. Non solo: Netflix è stato il produttore che ha prevalso in assoluto agli ultimi Golden Globe, beneficiandone parecchio. Il che – soprattutto nel caso di Emily in Paris – aveva peraltro suscitato alcune polemiche per qualche nomination sospetta.