I migliori episodi tv del 2020
È stato un anno difficile per tutti e con poche certezze, ma la televisione ha dimostrato di essere una di queste. Benché abbia rallentato i suoi ritmi, diventando meno produttiva del solito, è riuscita lo stesso a creare serie tv e soprattutto episodi che sono stati una delle migliori consolazioni del 2020. Qui ci sono quelli che si faranno ricordare per qualche tempo. Sia perché permettere alle persone di evadere per un po’ da una pandemia in corso è compito difficile. Sia perché il 2020 è stato un anno di binge watching molto intenso, e per poter spiccare tra così tanti episodi tv bisognava davvero essere impeccabili. Questi dieci lo sono stati.
I 10 migliori episodi tv del 2020
“The Third Day” – “Sabato – Il Figlio”
Stagione 1, episodio 2 (Sky Go e Now TV)
Scritto da: Dennis Kelly
Diretto da: Marc Munden
Se The Third Day è considerabile una serie horror, lo si deve al suo secondo episodio. Quello, cioè, dove Jude Law si lascia convincere a fare una cosa che nessuno rimasto bloccato su un’isola inquietante, di notte, farebbe mai: assumere allucinogeni. Le conseguenze sono terribili per lui, ma una goduria per chi guarda dal divano. Un mutare fluido di forme, suoni e proporzioni, che ricorda quei sogni dove il corpo è pesante e non si riesce mai a scappare. L’estetica di Osea Island (che esiste davvero) aiuta parecchio. Ma il fascino sta nel capire quanto le cose raccapriccianti che si vedono siano realtà e quanto invece paure che l’inconscio proietta su di essa.
“Episodio 1” – “Sex Education”
Stagione 2, episodio 1 (Netflix)
Scritto da: Laurie Nunn
Diretto da: Ben Taylor
La seconda stagione della serie britannica che parla di sesso e adolescenza inizia con il protagonista Otis (Asa Butterfield) che teme di aver finito il numero di erezioni a sua disposizione, e già questo basterebbe per entrare tra i migliori episodi tv del 2020. Invece c’è anche un’epidemia in corso nel liceo di Moordale, con mascherine ovunque e annesso passaparola additante il presunto untore. Per scoprire, poi, che si tratta di isteria di massa provocata non tanto da un virus, quanto dalla disinformazione (ricorda niente?). Il piccolo particolare però è che la serie è uscita nel gennaio scorso. Resta da capire se il merito della previsione sia della sua lungimiranza o della prevedibilità della miseria umana moderna. Ma a occhio e croce dovrebbe trattarsi più della seconda.
“Unorthodox” – “Parte 1”
Stagione 1, episodio 1 (Netflix)
Scritto da: Anna Winger
Diretto da: Maria Schrader
Quando si inizia a vedere una serie tv a notte inoltrata e ci si ritrova all’alba all’ultimo episodio, è spesso perché la partenza è stata assai avvincente. Quella di Unorthodox è un thriller fatto e finito, che costruisce con tensione impeccabile la fuga di Esty (Shira Haas) dal quartiere ebraico ultraortodosso di New York verso la multiculturale Berlino. Impeccabile soprattutto per i piccoli gesti: le poche cose personali da infilare nella gonna, il mento alto per coprire la paura, le spalle curve di vergogna di fronte a un mondo moderno in cui deve imparare a vivere. Certo, l’Europa qui si dipinge fin troppo mielosa e inclusiva. E certo, la scena liberatoria finale ha avuto la fortuna di intercettare l’oppressione degli spettatori durante il lockdown. Ma questo è un episodio che può restare in piedi anche da solo, scorporato dagli altri.
“I Simpson” – “Playdate with Destiny”
Speciale (Disney+)
Scritto da: Al Jean, James L. Brooks, Tom Gammill, Max Pross, Matt Selman, Michael Price e Matt Groening
Diretto da: David Silverman
Il secondo cortometraggio dei Simpson (il primo si era fatto pure un giro agli Oscar nel 2013) ha ricordato in 5 minuti il perché questa serie animata sia una delle cose migliori che siano mai capitate alla tv: una rara capacità di lettura della realtà; un’estetica dalla ricchezza appagante, specie in fatto di colori; e storie che partono da un battito di ciglia, smuovono il mondo e poi tornano alla calma piatta e routinaria come se niente fosse successo. D’altronde c’è una ragione se dopo oltre trent’anni di messa in onda resta una serie più determinanti nell’appetibilità dei servizi streaming (cioè di Disney Plus).
“Italiana” – “SKAM Italia”
Stagione 4, episodio 1 (TIMvision e Netflix)
Scritto da: Ludovico Bessegato
Diretto da: Ludovico Bessegato
Con SKAM Italia Ludovico Bessegato ha fatto un lavoro che gli sceneggiatori italiani molto spesso sottovalutano. Ossia, ha preso la versione norvegese, se l’è tenuta sottomano, poi è andato in giro a osservare il paese reale e pian piano ci ha aggiunto tanti piccoli elementi necessari a italianizzarla. La storia di Sana (Beatrice Bruschi), una diciottenne musulmana divisa tra gli sgarri richiesti dalla sua età e il rigore di una fede che nessuno le ha imposto, è il frutto più maturo di questo metodo. L’episodio in cui i due mondi entrano in collisione, mandando Sana nel panico, non parte da grandi drammi, ma da una preghiera silenziosa in uno scantinato durante una comunissima festa. Il livello dei dettagli è così elevato e autentico da superare di gran lunga anche la versione originale.
“Central Park” – “Episode 1”
Stagione 1, episodio 1 (Apple TV+)
Scritto da: Loren Bouchard, Nora Smith e Regina Hicks
Diretto da: Gavin Dell
La premessa di Central Park avrebbe avuto tutti i requisiti per convincere a vedere qualcos’altro. Ci vuole abbastanza coraggio, infatti, per scegliere una serie di animazione che per tre quarti è cantata. Il primo episodio ha smontato invece ogni preconcetto. L’impatto con la famiglia Tillerman, che vive dentro a Central Park e si oppone gioviale a un’arcigna vecchietta milionaria che vorrebbe ricoprirlo di cemento, ha dimostrato di poter rinverdire l’umore. Anche con un minimo di cinque canzoni in mezz’ora di durata. Anche con un menestrello che sbuca al momento opportuno per introdurle. Il trucco è che qui la musica è fatta dialoghi, perciò porta avanti la storia, non la sospende. Se siete scettici, su Apple TV+ l’episodio è pure gratis.
“Suburra” – “Risvegli”
Stagione 3, episodio 6 (Netflix)
Scritto da: Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli
Diretto da: Arnaldo Catinari
Il finale di Suburra – quello definitivo – non ha riservato quasi nulla che non si fosse già visto in una serie criminale. Nulla eccetto l’insolito filo conduttore della serie: l’amore. Ci si immaginava che per i suoi protagonisti le cose non sarebbero finite bene. Come ci si immaginava – SPOILER – di vedere uno dei due stringere l’altro morente, piangere, poi ricomporre il dolore per vendicarlo. Ci si aspettava molto meno, invece, che la serie costruisse questo momento come l’atto finale di una classica tragedia romantica. In genere, infatti, non è quello che prevede la filmografia dei personaggi burini e rabbiosi.
“No Man’s Land” – “Episodio 2”
Stagione 1, episodio 2 (Starzplay)
Scritto da: Amit Cohen e Ron Leshem
Diretto da: Oded Ruskin
Chi dice che No Man’s Land abbia svilito la storia della guerra in Siria e soprattutto di chi la combatte, dev’essersi perso il secondo episodio. Dentro ci sono almeno 15 minuti – di 40 totali – che ricostruiscono il duplice bombardamento di un villaggio curdo: i mezzi dell’ISIS che arrivano, prima in incognito e poi ben riconoscibili; le miliziane curde che rispondono; i fischi dei missili e lo spostamento d’aria delle esplosioni; la polvere che annebbia, i feriti, le urla. Non lo si guarda solo da fuori, però. Perché lì in mezzo c’è anche un occidentale capitato per caso, nel cui terrore ci si identifica parecchio. Tanto da far sembrare il conflitto siriano molto meno estraneo di quanto sia stato nell’ultimo decennio.
“I May Destroy You” – “Eyes Eyes Eyes Eyes” e “…It Just Came Up”
Stagione 1, episodi 1 e 5 (BBC e HBO)
Scritto da: Michaela Coel
Diretto da: Sam Miller e Michaela Coel
Qui si bara, ma non c’era possibilità di scegliere quale dei due escludere. Anche perché da entrambi si ha un’esatta misura di cosa sia la serie tragicomica ideata e interpretata da Michaela Coel. Il primo ha raccontato lo stupro partendo da un favoloso elogio della procrastinazione (se siete qui per evitare di fare cose più importanti, capirete di sicuro), poi passando a quello dell’allucinazione, infine a quello della negazione. Il secondo ha mostrato lo stupro – un altro – come una dinamica talmente insita nella nostra cultura, che alle volte non ci si accorge di essere tanto abusati quanto abusanti. Il che sarebbe drammatico, non ci fossero il volto plastico e la fisicità schizofrenica di Coel. Difficilmente la violenza sessuale è stata trattata con così poca retorica.
“Normal People” – “Episodio 10”
Stagione 1, episodio 10 (Starzplay)
Scritto da: Alice Birch
Diretto da: Hettie Macdonald
Qui la cosa strana è che, in una storia il cui motore è la chimica – sessuale e cerebrale – tra due giovani belli e acuti, il momento più alto arrivi quando uno di loro resta solo. E cioè quando Connell raggiunge il bisogno estremo di esternare la sua sofferenza e le sue insicurezze, dopo un’adolescenza intera passata a camuffarle. Quel che ne esce è una delle scene televisive più profonde e intelligenti sull’amore, la crescita, la salute mentale e soprattutto il dovere di corrispondere a un certo modello di mascolinità. Paul Mescal poi è bravissimo, e porta la difficoltà di tirare fuori il groppo dei sentimenti repressi a un grado di profondità ancora più elevato di come la descrive Sally Rooney nel libro.
Se siete in vena di liste di fine anno, da qui potreste andare vedere chi siano i migliori personaggi del 2020 oppure fare un confronto con i migliori episodi tv dell’anno scorso (che erano molti meno, però).