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“L’ultima cosa che mi ha detto” è un thriller da dimenticare

Piccola postilla prima di iniziare: questa recensione di si basa su tutti i sette episodi di “L’ultima cosa che mi ha detto”.

Da quando Reese Witherspoon si è messa a fare anche la produttrice, non c’è successo letterario al femminile che le sfugga. La specialità di Hello Sunshine, la società produttiva che ha fondato nel 2016, sono gli adattamenti televisivi di romanzi scritti da donne, dove attrici molto note interpretano personaggi chiamati a dimostrare la forza e lo spessore umano nascosti sotto abiti e chiome indicatori di un certo agio. La prima, Big Little Lies, aveva fatto sperare benissimo. E non è chiaro se sia stata una casualità. Quasi tutte le trasposizioni che le sono seguite, infatti, si sono finora rivelate un convinto tentativo di replicarne i messaggi morali, cucendoli all’interno di trame deboli e poco concludenti. L’ultima cosa che mi ha detto, la più recente del gruppo, non fa eccezione.

Il libro che stavolta fa da base, lo ha pubblicato l’autrice americana Laura Dave nel 2021. Un thriller la cui capacità di incollare gli occhi alla pagine è intuibile dal numero di settimane – sessantacinque – che l’hanno visto albergare nella classifica del New York Times. Per acquisirne la versione televisiva prodotta da Witherspoon, si dice che Apple abbia battagliato a lungo con le piattaforme concorrenti. Ma, a giudicare dal blando incedere dei sette episodi, è piuttosto probabile che non si sia trattato di un gran affare.

L'ultima cosa che mi ha detto serie tv recensione
Apple TV

L’attrice molto nota al centro della storia è Jennifer Garner (ma in principio avrebbe dovuto essere Julia Roberts). La donna molto agiata che interpreta è invece Hannah Michaels, una quarantenne di energica prestanza fisica, che vive in una lussuosa casa sull’acqua a Sausalito, nella baia di San Francisco. Hannah – tiene tantissimo a farci sapere la serie – è però un’anima umile e dai modi tutt’altro che artificiosi. D’altronde, i soprammobili pregiati che vende per la meraviglia delle riviste di arredamento, li modella con le sue stesse mani partendo da semplici pezzi di legno grezzo.

La tranquilla quotidianità artigiana di Hannah viene presto sconvolta quando, anziché l’ennesimo pezzo di legno, nelle sue mani giunge un foglietto giallo. A farglielo recapitare è suo marito Owen (Nikolaj Coster-Waldau, ormai lontanissimo dagli incesti passionali del Trono di Spade) che, prima di scomparire nel nulla in seguito al fallimento della startup tecnologica per cui lavora, ha fatto giusto in tempo a scriverci sopra un laconico «PROTEGGILA». L’oggetto del messaggio è Bailey (Angourie Rice, vista in Black Mirror e Mare of Easttown), la figlia che quest’ultimo, rimasto vedovo, ha cresciuto da solo. Una sedicenne bionda, che canta divinamente e compie atti assai provocatori agli occhi della serie: uscire con un ragazzo noiosamente per bene, tingersi di rosa un paio di ciocche e parlare a stento con la madre acquisita.

Oltre che umile – tiene sempre tantissimo a farci sapere la serie – Hannah è però anche donna gentile, comprensiva e dal senso pedagogico istintivo e incondizionato. Perciò, accolta senza esitazioni la missione affidatale dal marito, convince Bailey a seguirla nel tentativo di capire da sé cosa sia successo.

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Apple TV

A questo punto, L’ultima cosa che mi ha detto dovrebbe iniziare a correre su un doppio binario, procurando doppie palpitazioni. Da un lato il mistero da risolvere sbrogliando una rete di pericolosi segreti istituzionali e di famiglia. Dall’altro l’evolversi della relazione tra le due protagoniste femminili. L’oscurità delle circostanze e la vicinanza forzata che le costringe man mano a concedersi fiducia reciproca, dovrebbe infatti costituire il fulcro della trama. Dovrebbe, appunto. Perché la sceneggiatura, scritta da Josh Singer (premio Oscar per Il caso Spotlight) insieme alla stessa autrice del libro, appiattisce così tanto i personaggi che l’unico elemento tridimensionale della storia sono i soprammobili in legno creati dalla protagonista.

Tutto quello che si sa di loro – i personaggi, non i soprammobili – la serie lo mostra attraverso veloci salti in un passato perlopiù idilliaco. Ci sono scene dove i coriandoli volano, mentre padre e figlia si divertono. Ci sono rapidi screzi famigliari risolti alla maniera del manuale del buon genitore. Ma a prevalere sono le romanticherie che marito e moglie si scambiano sorseggiando vino o lavorando insieme il legno tra scintille incandescenti, con tanti rimandi al vaso di Ghost, o forse alla sigla di Twin Peaks.

Per il resto, tutto sfugge. Non si sa da dove i personaggi vengano, quali fantasmi si portino dietro, quali paure li inquietino. Non si sa com’è che Hannah sappia già schivare agenti federali, reperire indizi, interrogare testimoni (il passato di Garner da agente della CIA nella serie Alias forse potrebbe dirci qualcosa). E non si sa neppure com’è che non si ponga nemmeno un dubbio sul fatto di aver sposato un uomo dalle ambiguità insidiose. Tutt’attorno, una manciata di volti minori ancor più sottosviluppati entra ed esce di scena come in un meccanico scambio di pedine. Quanto alle scene d’azione, poi, la rinuncia è frustrante e quasi totale. Non c’è svolta o situazione di pericolo che riesca a svincolarsi da una mistura risolutiva di parole e sguardi intensi che fa svanire la tensione.

Preoccupata a rassicurare sulla perfezione dei suoi personaggi da copertina, sulla purezza dei sentimenti che li legano, sul concetto di maternità non convenzionale, eppure esemplare, al centro della storia, L’ultima cosa che mi ha detto si dimentica di scolpire zone d’ombra e rilievi. Agli interpreti, per quanto si affannino, non resta così che un paio di emozioni basiche da farsi passare sul volto (occhi languidi, bocca stupita). Mentre lo spettatore, incoraggiato da Apple alla visione settimanale dei brevi episodi, rischia di dimenticarsi di tornare a vedere gli sviluppi successivi.

“L’ultima cosa che mi ha detto” è disponibile su Apple TV Plus ed è composta da 7 episodi settiminali lunghi 37-45 minuti. I primi due episodi sono già visibili.

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