“La vita bugiarda degli adulti” è surreale e per niente feroce
Leggere un libro prima di vederne una sua qualsiasi trasposizione su schermo non è sempre consigliabile. Nel caso della Vita bugiarda degli adulti, può tornare parecchio utile.
Il romanzo di Elena Ferrante è arrivato su Netflix a inizio gennaio, sotto forma di una miniserie divisa in tante parti (o quasi) quante sono quelle che compongono il percorso di crescita di Giovanna, adolescente, napoletana di buona famiglia, convinta di star assumendo la bruttezza fisica e caratteriale dell’innominabile zia Vittoria (Valeria Golino, di una disinvoltura appagante), che vive confinata nei bassifondi della città.
Per capire chi sia, cosa voglia fare, che tipo di adulta voglia diventare, Giovanna intuisce di dover osservare con nuovi occhi gli adulti che la circondano scoprendo che, per conoscerli davvero, è necessario districarsi tra le innumerevoli bugie che per una vita intera hanno raccontato a lei, o più semplicemente a sé stessi. Nel processo, però, anche l’istinto di Giovanna si fa menzognero, e perciò diventa difficile, per chi la guarda, distinguere ciò che è prodotto della realtà o delle sue proiezioni e percezioni.
Questa soggettività, la serie la rende con un surrealismo sconosciuto alle drammatiche trasposizioni dei romanzi di Ferrante. L’inquieto muoversi di Giovanna tra la Napoli alta e quella bassa, guidato dalla storia di un misterioso braccialetto di famiglia, è fatto di onde che prima arretrano e solo poi s’infrangono, cavalli bianchi che avanzano nel traffico, e ricordi costruiti sovrapponendo il suo volto giovane a quello di zia Vittoria.
A soffocare l’originalità c’è tuttavia un timore visibile di emanciparsi dalle parole del libro (morsicate e sbiasciate, peraltro) e dalla sua voce narrante, che rallenta gli episodi e li riduce a una sequenza frammentaria di scene, senza dar loro un senso televisivo. Mentre il necessario adeguarsi ai canoni delle serie adolescenziali di Netflix strappa la storia al suo contesto storico (sono gli anni Novanta, ma potrebbe essere oggi), rinuncia a mostrare gli inizi confettati e innocenti dell’evoluzione di Giovanna, e rende mansueta l’imprevedibilità selvatica dei personaggi. La ferocia da cui si genera l’angoscia che la scrittura di Ferrante riesce, ogni volta, a far bruciare nello stomaco.
“La vita bugiarda degli adulti” è disponibile su Netflix ed è composta da 6 episodi lunghi 40-60 minuti.
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