NetflixRecensioniSerie TV

Il mondo spiegato da Philomena Cunk

Per convincersi che vedere Cunk on Earth sia tempo ottimamente speso, bastano 21 secondi. Quelli in cui la sua presentatrice, la finta documentarista Philomena Cunk, introduce gli spettatori al pianeta Terra, «un pianeta su cui mi trovo letteralmente in questo momento. E, a meno che non siate in volo o stiate cadendo da un edificio, direi che lo stesso vale per voi».

Per chi non l’avesse mai sentita nominare, Philomena Cunk l’ha creata Charlie Brooker – lo stesso autore di Black Mirror, il cui primo mestiere, ancor prima di inquietare, era far ridere. Una decina di anni fa Brooker affidò il personaggio alle fattezze gommose della comica Diane Morgan, per inserirlo in un suo programma di satira metatelevisiva. Il compito di Cunk era prendersi gioco di quei divulgatori che se ne vanno in giro per il mondo a osservare cose e spiegarle ai telespettatori, gesticolando con fare meravigliato. L’idea riuscì così bene che, da protagonista di sketch settimanali di pochi minuti, Cunk passò a condurre intere docuserie fittizie su BBC.

Di queste produzioni, Cunk on Earth è la più recente, nonché la prima co-prodotta da Netflix. Anche gli intenti documentaristici si fanno quindi più ambiziosi: ripercorrere in due ore la storia dell’umanità, dall’epoca dei cavernicoli fino a quella dell’intelligenza artificiale, vagando per paesaggi meravigliosi. (Molti sono tuttavia lavoro di schermo verde a cui la Sardegna ha fatto da controfigura: gli episodi sono stati girati durante il primo lockdown pandemico).

Senza quasi mai variare tono (il doppiaggio in italiano non è ancora disponibile, ed è una fortuna), Philomena Cunk si muove così da un’epoca all’altra con piglio serioso e la finta ingenuità di un Alberto Angela privo di lobi frontali. «Le piramidi hanno quella forma per impedire ai senzatetto di dormirci sopra?», chiede nel primo episodio a un’esperta di egittologia. «Perché le religioni non possono convivere in pace, come hanno fatto in Irlanda?» domanda a una professoressa di storia medievale. Poi rimugina su dove Gesù abbia trovato il tempo per posare per così tanti pittori, s’immerge in un triviale banchetto da lei stessa mimato, e sponsorizza senza preavviso una vacanza da sogno in un resort messicano.

Benché in apparenza sembri tale, Cunk on Earth è tutt’altro che sconnessa. I tempi comici di Morgan e la scrittura sofisticata di Brooker passano dall’alto al basso, dal vero al falso seguendo una formula ben precisa: osservare il mondo, introdurre nozioni storicamente accurate, porre dubbi al limite dell’illogico (che potrebbero derivare da associazioni libere, da un forum di terrapiattisti, o anche da una comune conferenza stampa moderna), attendersi la risposta più seria possibile e rilanciare, se necessario improvvisando. Funziona, si avvisa. Tanto che, mentre si ammirano i prodigi marmorei di Michelangelo, può capitare di trovarsi a ridere per il sottofondo di grossolane considerazioni sugli orefizi umani. E nonostante l’assurdità delle situazioni, si finisce addirittura per imparare qualcosa.

(Ve lo chiederete per tutta la serie, perciò meglio anticipare. Gli esperti, professori, scienziati con cui Philomena Cunk interagisce non sono del tutto ignari di avere di fronte una comica. Brooker ha spiegato di averli messi al corrente degli intenti satirici delle interviste, senza tuttavia fornire loro le domande che Cunk avrebbe posto. Il loro imbarazzo nel tentativo di raffazzonare risposte è reale, dunque).

“Cunk on Earth” esce il 31 gennaio su Netflix. La serie è composta da 5 episodi lunghi circa 30 minuti. Per chi vuole approfondire, su YouTube si trova un’intervista in cui Charlie Brooker e Diane Morgan hanno raccontato il processo di creazione della serie.

Guarda il trailer

Leggi anche

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *